Nedved, addio Juve
Nel frattempo, il «non detto» da parte di Mino Raiola, procuratore del ceco, lascia spazio a mille interpretazioni. «Da lunedì (domani, ndr) in poi penseremo al futuro. In questi mesi ho ricevuto molte offerte anche dall'Italia, ma Pavel non ne sa nulla. Adesso godiamoci la sua ultima partita con la Juve, poi apriremo un altro scenario. É stato difficile interrompere un rapporto del genere, mi riferisco soprattutto all'aspetto affettivo. Mi attengo allo stile del giocatore, che non vuole fare polemiche. Di sicuro, non abbiamo mai chiesto garanzie di alcun tipo, né economiche né tattiche e neppure dirigenziali: alla base di questa decisione ci sono altre persone. Quali i problemi? Non voglio rispondere a domande che possano creare polemiche». In sostanza: i rapporti tra il ceco e la dirigenza si sono progressivamente raffreddati, pur se ieri nessuno ha voluto fare polemiche. «Dopo otto stagioni con la Juventus è arrivato il momento di salutare tutti i tifosi, i compagni e la società e ringraziarli per il sostegno ricevuto in questi anni – si legge nel comunicato che il biondo di Cheb ha affidato all'Ansa - A Torino ho vinto 4 scudetti e un Pallone d'Oro. Da lunedì penserò al mio futuro. Continuerò a sentirmi legato alla Juventus da un rapporto di grande affetto e sono particolarmente grato alla famiglia Agnelli per avermi dato l'opportunità di giocare in questa grande squadra». All'origine della decisione, tiene a precisare Nedved, «non vi è alcuna ragione di carattere economico». Oggi, quindi, Juve-Lazio: in caso di vittoria – più che probabile, visto che la Lazio schiererà mezza squadra e per di più con la testa già al mare - i bianconeri arriveranno secondi e dovranno solo poi decidersi a scegliere l'allenatore per l'anno prossimo.