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Barcellona padrona d'Europa

Lionel Messi e Andres Iniesta con la coppa della Champions League vinta dal Barcelona

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Dal disco volante che plana sull'Olimpico romano sbarcano i marziani in blaugrana, il bambino Pep Guardiola firma il «triplete», dopo campionato e Copa del Rey arriva la Champions League, suggello di un'annata trionfale. Firma di Eto'o e Messi sui gol, ma il livello di squadra è stato altissimo, al Manchester regalato soltanto un avvio coraggioso, di fronte al quale non hanno tremato i catalani, giganteschi un lucido Xavi e un geniale Iniesta, una delle più fulgide stelle del panorama internazionale.   Vinto nettamente dalla «pulce» argentina il duello a distanza con Cristiano Ronaldo, lo United è grande squadra, ma il livello di talento parla a favore dei catalani, che hanno concesso poco o nulla e più volte hanno rischiato addiritura di vincere di goleada. Il toro catalano quando vede bianco, le maglie degli inglesi, trova gli stessi stimoli prodotti dal rosso, chiedere notizie al Real Madrid. Coreografia fastosa, Roma conferma il suo stile, pochi precedenti per un prologo di Champions così ricchi di fascino, poi la voce di Andrea Bocelli, che regalerebbe solennità perfino a un teatrino delle marionette in un parco pubblico. Insomma una cornice arricchita di presenze illustri, curioso colloquio (di lavoro?) tra il Principe William, presidente della F.A. e il suo cittì Fabio Capello: tutto in linea con la qualità altissima delle due pretendenti.   A sorpresa, avvio frenetico degli inglesi, pressing altissimo per bloccare sul nascere la manovra sapiente, e temuta, dei catalani, prima palla-gol dopo due minuti scarsi: la violenta punizione di Ronaldo non trattenuta da Valdes, puntuale Piqué nell'anticipare Park. Voglia di protagonismo per il portoghese, ancora al tiro di sinistro, bersaglio mancato di poco, poi il graduale assestamento del Barcellona, bravo Guardiola nel consegnare la fascia dstra ad Eto'o dirottando Lionel Messi sul centro, come del resto aveva fatto Ferguson con Ronaldo e Rooney. Presto in cattedra Iniesta, scatto e dribbling stretto, sapiente varco sulla destra per Eto'o, Vidic luccio sull'esca del camerunense, poi bravissino a trafiggere Van der Sar con un tiro tra esterno e punta, comunque inesorabile. Dunque Barcellona in vantaggio dopo appena dieci minuti, affievolita la spinta dello United, lungo possesso di palla per gli spagnoli, pochi altri brividi autentici, però partita piacevole e anche estremamente corretta, modesto lavoro per l'attento Busacca, al riposo blaugrana avanti, ma dover difendere non è il loro atteggiamento preferito. Al rientro, ecco Tevez, la carta di Sir Alex al posto di un Anderson che aveva dato scarsi segni di vita. Secondo propensioni, proprio i catalani hanno avuto un paio di match-point nei minuti iniziali: prima Henry ha calciato sul portiere dopo essersi liberato in area, poi Messi è stato aiutato a cadere da O'Shea su sapiente invito di Eto'o, il rigore poteva starci. E ancora il palo a salvare lo United su punizione chirurgica di Xavi, regista impeccabile, che al 25' pesca un assist sul quale la pulce Messi va segnare di testa, succede anche questo nel Barca. Rischiano il rosso Ronaldo e Scholes, tenero il giallo, ma la partita era in archivio.

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