Guardiola: "Il nostro segreto? Ci divertiamo"

Guardiola sa quanto è importante per il Barcellona riuscire a sviluppare il proprio gioco e sa che, mai come stasera, attaccare significherà sottoporre la propria difesa rimaneggiata a meno rischi possibile. «In partite di questo genere - insiste - bisogna essere bravi a non farsi sopraffare dalla paura. Non si può entrare in campo timorosi, anche se il mio collega Ferguson dice che la paura è una spinta decisiva per dare il meglio in campo. Ma so che i miei giocatori sono tranquilli, e mi fido di loro». Una fiducia, in realtà, determinata soprattutto dalla necessità. Con una difesa decimata dagli infortuni (non ci saranno Màrquez, Daniel Alves e Abidal), chi ha giocato meno finora sarà chiamato a rispondere presente nell'occasione più importante. «Abbiamo problemi, ma se la nostra difesa non sarà all'altezza, vorrà solo dire che dovremo fare un gol in più degli altri». È il manifesto del Barcellona 2008/09, quello targato Pep Guardiola. Il tecnico dei Blaugrana glissa sulla formazione («sarà l'ultima cosa che deciderò prima della gara, e quindi non posso dirvela adesso»), ma in realtà, viste le assenze, l'undici per la finale è già fatto. In difesa giocheranno, accanto al capitano Puyol, ci saranno Piqué, Yaya Touré e Sylvinho, con quest'ultimo in ballottaggio col centrocampista Keita. Recuperati Iniesta e Henry, che completerà il tridente offensivo con Messi ed Eto'o. Dall'altra parte ci saranno i vincitori del Mondiale per club: «In questo momento sono la squadra più forte del pianeta, e quindi non sarà facile batterli, ma vogliamo provarci», spiega Guardiola, convinto che il «Manchester non si affiderà solo al contropiede, è una squadra diversa dal Chelsea, sarà una partita diversa dalle semifinali con i londinesi». Ma il confronto sarà anche tra due allenatori agli antipodi, soprattutto per quanto riguarda l'esperienza: «Ferguson ne ha più di me, è fuor di dubbio», dice Guardiola, «io cercherò di stare tranquillo e osservare la partita almeno per i primi 45 minuti, quando si può capire come intervenire». In ogni caso, la sua prima stagione da allenatore, con scudetto e coppa di Lega, resterà indimenticabile. «Nel calcio spesso si può far bene e non essere premiati dai risultati per tanti piccoli particolari, ma il merito va soprattutto ai miei giocatori che sono straordinari, anche sul piano umano. Comunque - conclude Guardiola - c'è ancora una partita da vincere...». Finale dedicato al Fair Play, sotto il segno del terzo tempo. «Ferguson beve un bicchiere di buon vino dopo ogni gara? Se mi inviterà, gli terrò compagnia». Sempre che il risultato non sia troppo indigesto...