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Troppi tecnici partecipano alla tarantella

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Main questo mondo che va di fretta, dove manca la primavera, cadono anche quei pochi baluardi consolatori anche nel mondo del pallone nostrano. Guardi la classifica attuale e leggi: Inter prima, campione d'Italia; poi Milan, Juventus, Fiorentina Genoa e Roma. Al momento le prime tre vanno in Champions, le altre due in Europa League. Insieme alla Lazio che ha vinto la Coppa Italia. Sette squadre in tutto e una sola, la Fiorentina, sa con certezza che Cesare Prandelli l'anno prossimo sarà ancora il suo allenatore. Sulle incertezze di Milan, Juve e Roma, s'è scritto e detto di tutto. Certo, Ferrara potrebbe restare alla corte bianconera, ma è da vedere. Spalletti potrebbe essere convinto dal nuovo progetto (ma c'è davvero?, viene da chiedersi) della famiglia Sensi. Adriano Galliani potrebbe convincere Silvio Berlusconi: teniamoci Carletto. Tutto è possibile, ma altamente improbabile. Per non parlare dei dubbi che accompagnano Delio Rossi e Claudio Lotito. Si dirà: per ragioni diverse molte di queste squadre hanno fallito gli obiettivi stagionali e devono cambiare. Ragionevole. Ma dell'Inter che diciamo? Moratti fa sapere che il Real Madrid non s'è comportato in modo ortodosso. Florentino Perez sta tentando Josè Mourinho con offerte da urlo. Come? Parlando col procuratore del portoghese, Jorge Mendes. Che da gennaio sta filando la tela per portare a casa del suo assistito un altro contratto da paura. Forse Josè ha intuito che Ibra vuole andar via. Oppure Madrid e la ricostruzione dei blancos lo affascina. Mai s'era vista una tarantella simile intorno alle panchine più importanti della nostra serie A. Esoneri, fughe, scambi, voglia di cambiare. Per poi scoprire che questa febbre non sempre paga. Oronzo Pugliese, il Mago di Turi, con la sua inarrivabile sintesi dialettale, già quarant'anni fa amava dire: «Peppa per Peppa, me tengo la Peppa mia…».

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