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Mexes: Roma, non ti tradisco

Mexes premiato dai lettori de IL TEMPO come il più

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Un premio per confermare quello che a Roma già tutti sapevano: è Mexes il calciatore straniero di Roma e Lazio che meglio si è integrato nella realtà sociale della capitale. È il risultato del sondaggio indetto tra i lettori de Il Tempo che ieri ha visto il suo epilogo con la premiazione, ad opera del sindaco Alemanno, nel salone d'onore di Palazzo Wedekind a piazza Colonna: sede del storica del quotidiano. Mexes ha vinto con il 36,65% delle preferenze, ma la notizia del giorno è un'altra: per la prima volta il francese esce allo scoperto e svela chiaramente le intenzioni sul suo futuro. È quello che tutti vogliono sapere e i tifosi lo prendono d'assalto già fuori alle porte dello storico palazzo romano. «Voglio rimanere a Roma con Spalletti - attacca il difensore - come stiamo adesso. Noi siamo fortissimi. Quest'anno è successo di tutto, anche un po' di sfortuna e sarà difficile fare peggio di così. Faremo di tutto per stare al nostro livello, che è quello dello scorso anno... e non questo». Si dovrà partire dalla sfida di domenica a Milano. «Se vogliamo salvare questa stagione, dobbiamo arrivare sesti per forza. In questi due match che rimangono cercheremo di fare sei punti e di mostrare un'altra faccia di noi rispetto agli ultimi tempi. Abbiamo tanta voglia di ricominciare la stagione e anche di andare in ritiro». Quindi su Nazionale, Inter e Maldini. «I problemi con Domenech sono nati per colpa mia, ho sbagliato nella partita con l'Austria ed è giusto che lui faccia le sue scelte: nel calcio ci vuole fortuna nei momenti giusti. L'Inter? È sempre stata forte e ha tanti campioni. Noi guardiamo alla Roma e cercheremo di fare il nostro. Le 900 presenze di Maldini? Complimenti, io vorrei vedere tutta la gente in piedi per lui. Per applaudirlo, perché è l'immagine del giocatore in Italia e nel mondo. Non ha mai vinto il Pallone d'Oro, ma io gliene darei cento». Il francese poi, pressato da Alemanno, torna sulla romanità e sulla possibilità di farsi un nuovo tatuaggio: con il Colosseo. «Perché no, potrei farlo» dice prima di entrare nel dettaglio sul sindaco. «Non avevo mai incontrato il sindaco - racconta sul palco - sono contento di aver ricevuto un premio dalle mani di una persona così importante della città. Per me è un ulteriore stimolo a rappresentare al meglio Roma e la Roma. Quest'anno l'ho fatto poco, e sto "rosicando", cercherò di fare meglio l'anno prossimo. Devo correggere i miei comportamenti: prendo troppi cartellini. A Roma non ho mai avuto problemi ad integrarmi, sin dall'inizio, grazie al cuore dei romani. Mi fa piacere che mi chiamino "Rugantino". Parigi la conosco meno, quindi la mia Capitale è Roma, una città più bella e con più storia. Sarkozy? Lui l'ho conosciuto, noi francesi siamo orgogliosi di avere un presidente così... che ha anche una bella moglie!». Ha voglia di scherzare anche Alemanno quando lo invita sul palco per la premiazione. «Assomigli a Totti» dice ridendo il primo cittadino che poi torna serio: «È un premio meritato: Mexes esprime in campo la romanità grazie all'agonismo e l'attaccamento ai colori per la maglia che indossa. L'importante è che i calciatori continuino a dare il massimo per il club di appartenenza lanciando messaggi positivi rivolti ai più giovani». Ma il sindaco non ha voluto risparmiare una frecciatina all'altro vincitore «assente ingiustificato» dell'evento: Mauro Zarate che ha vinto il sondaggio tra i laziali con il 28,05% delle preferenze. «Forse ha saputo che lo avrei premiato con una lupetta e ha preferito non venire» ha detto scherzando Alemanno. Chiusura sull'argentino anche per Mexes che non ha dubbi sulle qualità del fenomeno laziale. «Basta vedere anche il gol che ha segnato nel derby... Si è integrato subito, è molto bravo anche se è troppo individualista».

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