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«Morto» un Pandev se ne fa un altro

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L'arrivedercidella Lazio ai laziali è vincente e sconclusionato come la stagione che sta per concludersi. Così come ha già salvato la faccia di compagni e allenatore in Coppa Italia, è Zarate a salvare anche questa serata, che doveva essere di festa e invece illanguidisce subito nel caldo e nel non gioco. La Reggina sembra il cast di un remake de «La notte dei morti viventi» e tanto basta ad evitare al generale Delio Rossi l'ottava sconfitta casalinga di un campionato che poteva e doveva essere ben diverso, visto il potenziale delle truppe messe a sua disposizione. La Curva Nord fa svogliatamente il compitino canticchiando gli inni del popolo biancoceleste ma si svuota persino prima del campo nonostante giocatori e allenatore della Lazio rinuncino abbastanza in fretta a una passerella priva di senso. Zarate è stato infatti sostituito da mezz'ora e al momento dell'uscita ha già consumato tutto l'affetto della folla. Non so quanti dei protagonisti di questa serata rivedremo sul prato dell'Olimpico fra pochi mesi, quando comincerà la stagione 2009-2010. So però che, chiunque essi siano, non rimpiangerò gli assenti. Sono sicuro che quelli che non voglio perdere ci saranno e l'esperienza - vedi Oddo e Behrami - mi ha ormai insegnato che chi lascia la Lazio «per una scelta di vita» in generale non si fa rimpiangere. Morto un Pandev se ne fa un altro. E quanto al Delio Rossi di quest'anno (17 sconfitte in 37 partite, per ora) sono sicuro che a invocarne la conferma, specie sui giornali, sono rimasti soltanto i romanisti.

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