Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Frenata Roma

default_image

  • a
  • a
  • a

Scricchiolano le certezze della Virtus Roma e quelle dei suoi cantori col paraocchi. Nella seconda sfida dei quarti di finale la squadra di Gentile ha mostrato preoccupanti crepe di gioco e caratteriali, cedendo 82-77 a Biella e trasferendo sulle proprie spalle la pressione di chi sa che, domani, non potrà permettersi errori al PalaLottomatica . La serataccia ha certificato l'assoluta inutilità dell'ingaggio del folcloristico Douglas. Evitando di entrare nel merito dei motivi extracestistici che da Valencia lo hanno spinto a Roma, e che devono esser oggetto di valutazione di chi di competenza, il pittoresco esterno americano dopo la piatta prova casalinga in gara-1 è sceso verso il raccapricciante chiudendo con 0 punti, 0/4 dal campo, 1 persa e 2 falli commessi. E al suo nulla si è aggiunto, ma questa è una novità, quello di Hutson: 0 punti, e 0/6 al tiro. Si aggiunga la serata di confusione totale di Jaaber, 10 punti e 2/9 al tiro ed ecco una parte dei motivi della sconfitta. Nella serata piemontese la baracca l'hanno provata a tener su gli altri. Bene Becirovic, non è casuale che il primo decisivo allungo sia coinciso con una sua sosta - chissà perché - in panca e con lui Gigli, Datome, De La Fuente e Brezec. A proposito di quest'ultimo le cifre parlano di 7 rimbalzi e 7 punti in 19 minuti, pochi rispetto a quelli concessi ad un Hutosin catatonico. Ha anche lasciato perplessi come Roma nei primi 20' abbia approcciato la partita con un atteggiamento lontano da quello che i playoff dovrebbero riservare. Se avesse alzato la propria intensità è probabile che la squadra di Gentile sarebbe riuscita nell'intento di dare una spallata all'andamento. Ed invece, con un Jaaber in altalena e con la zavorra Douglas che evidenzia sempre più, alla faccia delle contestazioni di saccenti e funzionari, la propria inadeguatezza rispetto al dna capitolino, la Lottomatica ha condotto, anche allungato (+ 7, 22-29, con una tripla di Datome) quando in campo Becirovic ha mostrato il suo genio coadiuvato dal concreto De La Fuente e da Gigli, venendo però colpevolmente risucchiata in chiusura della prima metà quando Biella, approfittando degli inspiegabili spazi lasciati ad Aradori e ad un Gaines rigenerato dalle praterie apertegli dall'irritante Douglas, ha agganciato fissando il 36-36. Rientrando la Virtus ha mollato gli ormeggi. Biella ha allungato e c'è voluto l'immensa classe di Becirovic per frenare l'emorragia. Le sue giocate ed i muscoli di Brezec, quando messi al servizio della causa, non sono bastati. L'Angelico ha mostrato più voglia, più prontezze e maggiore lucidità tattica. E la sfida s'è chiusa. Domani si torna a Roma. Obbligatorio per la Virtus non sbagliare per non dover tornare a Biella per giocare per la vita o la morte. Nell'altra sfida della serata successo in volata per Milano, 83-82, su Teramo, con match-ball ora in mano all'Armani Jeans.

Dai blog