È Formula tribunale
La vittoria della Fia convalida di fatto le nuove norme. La decisione è arrivata come previsto verso le 14 al tribunale di Parigi. «Non c'è il rischio di un danno imminente che dovrebbe essere evitato o di presunti illeciti per cui i nuovi regolamenti dovrebbero essere bloccati», sentenzia la corte. Il Cavallino prende atto della sconfitta, valuta la possibilità di proseguire l'azione legale e, come già annunciato nei giorni scorsi, non correrà più nel Mondiale della Fia senza un'intesa tra le parti, ma in altre gare più «consone al calibro del marchio». «La Ferrari - scrive in una nota - non procederà all'iscrizione delle proprie monoposto ad una competizione che vedrebbe venir meno quelle caratteristiche che hanno reso la F1 la massima espressione dello sport automobilistico». A capo di una fronda in cui figurano altri grossi costruttori come Renault, Toyota e Red Bull, la Ferrari aveva chiesto il blocco del nuovo regolamento che limita gli investimenti per la prossima stagione a 45 milioni di euro, con l'obiettivo, per la Fia, di aprire le competizioni a nuove scuderie. Ma col rischio, secondo il Cavallino, di creare un Mondiale «a due velocità». La Ferrari contestava in particolare alla Fia di aver cambiato le carte in tavola ignorando quel diritto di veto previsto dal Patto della Concordia del 2005. Ma ieri il giudice Jacques Gondran de Robert ha fatto notare al Cavallino che avrebbe dovuto «esercitare» il diritto di veto durante la delibera del 29 aprile, nell'ambito del Consiglio mondiale dello sport automobilistico. Il tribunale riconosce comunque la natura «contrattuale» (e non «sportiva») della vertenza e la competenza del tribunale civile (e non degli organi interni della Fia), ma boccia «l'urgenza» del ricorso. Intanto, mentre il termine delle iscrizioni incalza - il 29 maggio -, già diversi piccoli costruttori, da Lola a Usf1, da Rml a Campos, si sono fatti avanti per il prossimo campionato del mondo. La vicenda non si è chiusa. La Ferrari si «impegna» a lavorare ancora con la Fota e la Fia in vista di soluzioni migliori. Intanto, dopo il verdetto, quasi immediata è arrivata la soddisfazione di Max Mosley: «Nessun competitor - ha detto il presidente della Fia - dovrebbe porre i propri interessi al di sopra di quelli dello sport in cui compete. La Fia, i team e i nostri partner commerciali continueranno a lavorare per garantire il benessere della Formula 1 nel 2010 e oltre».