Inter: festa scudetto
{{IMG_SX}}Sorride anche lui, fa quello che ha capito il momento, ma sotto sotto si vede che a Josè Mourinho la partita col Siena, a scudetto vinto e anche dopo la festa di un'intera notte, interessa eccome. Per l'inviolabilità dei suoi in casa, forse ancor più per il suo storico record d'imbattibilità casalinga che dura dai tempi del Porto. E lo dice pure, chiaro e tondo. «E' vero, la prima cosa a cui ho pensato stamattina è stata la condizione dei miei, che hanno bevuto e fatto le 3 e mezzo per festeggiare. Io non volevo – dice Mou - poi mi hanno convinto che hanno lavorato dieci mesi per questo momento, e allora in certi casi l'allenatore perde il potere». Ma lui è lì per la partita, è questa la sua preoccupazione, anche se conta solo per le statistiche, anche quando i suoi sono comodamente sul 2 a 0 nella ripresa. Quella di Tronchetti Provera invece, di preoccupazione, è il futuro, e il destino di Zlatan Ibrahimovic, anche ieri indispettito perché ha chiesto più volte il cambio senza essere accontentato da Mou. «Io mi auguro che sia una cosa semplice - ha detto - già lui ha dichiarato che vuole vincere tutto con l'Inter l'anno prossimo. E' un grandissimo giocatore, è un uomo intelligente, quindi mi auguro che tutto finisca nel modo migliore». Di preoccupazioni ne ha anche Moratti, eccome. Ma per il momento vuole solo la festa, e lo dice. A Milito penserà da oggi, fino a ieri era solo tifo puro. Lo stesso che, ammette proprio Mourinho prima di entrare in campo, «Non mi sarei mai aspettato di vedere dal mio presidente esteriorizzare così la sua felicità». Invece c'è tutta, e si vede soprattutto dopo il 3 a 0 di Ibra, che riesce a polemizzare anche in un giorno così. Vuole il cambio lo svedese a inizio secondo tempo, sul 2 a 0 per i suoi dopo la bella rete di Balotelli lanciato da Figo, all'addio alla carriera. Mourinho guarda da un'altra parte, e lui si indispettisce. E tanto. Poi scarica un gran destro per il suo 22° gol stagionale, applaude la curva, come per far pace, ma verso Mou non guarda mai. Eppure se tira così forse tanto male non può stare. Se resterà o sarà rottura si vedrà, Mourinho guarda solo l'orologio. Per controllare la fine della partita. Orologio nuovo, ne ha quindici. Come i «tituli» vinti in carriera. Poi, finalmente, si rilassa un po' anche lui, e ricomincia la festa.