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La Roma vince in extremis

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Panucci esulta abbracciato da Mexes

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Tre punti pesanti come la fatica per conquistarli da una Roma che non sta in piedi e rischia l'ennesimo tracollo contro un Catania troppo inferiore. La partita fotografa alla perfezione la stagione giallorossa che si è aperta e chiusa con i fischi di una Sud inferocita. Partenza a razzo, sprazzi di bel gioco, poi il nulla assoluto, i soliti momenti di amnesia prima del guizzo d'orgoglio finale arrivato a tempo scaduto dal solito Panucci: con l'ammonizione di De Rossi che salterà la sfida al Milan. Restano 180 minuti da giocare e servono altri sei punti per poter mettere al sicuro la qualificazione Uefa obiettivo minimo di questa stagione devastante. Difficile vederla positiva visto che la Roma con i tre gol incassati ieri ha fatto meglio solo delle ultime tre in classifica (Bologna, Lecce e Reggina). E l'ambiente non aiuta, perché il popolo romanista non ne può più di vedere questa Roma e soprattutto questa proprietà. Anche ieri contestazione totale e i 2.641 pagati dimostrano la disaffezione di una tifoseria ormai stanca. «Rosella Sensi bla bla bla...» è stato il coro più «carino» inneggiato dalla Sud che ha mostrato con chiarezza quale sia la volontà degli ultra: «Se un'offerta esiste davvero, fai come Rosella O'hara... via col vento». Lo stadio applaude. In campo Roma a due velocità: partenza a razzo, poi mantenimento e la scomparsa nella ripresa. Ci pensa Perrotta, migliore in campo della Roma, ad aprire le ostilità sfruttando al meglio l'invito di Vucinic dalla destra (gran lavoro del montenegrino): fa uno a zero sul quale però il Catania reagisce. Tre minuti e arriva la replica firmata Tedesco: primo svarione della difesa romanista con Cassetti a vuoto. Ma la Roma sta meglio in campo e non ci mette molto a riportare la gara dalla sua parte ancora sull'asse Vucinic-Perrotta: stavolta è l'attaccante a trafiggere l'incolpevole Kosicky. Sul 2-1 Totti & Co. potrebbero dilagare ma non lo fanno, Artur è costretto al miracolo prima su Martinez, poi su Sciacca e finalmente (31') arriva quello che poteva sembrare il gol della sicurezza. Ci pensa Terlizzi a deviare in rete la botta di Perrotta: seconda doppietta con la maglia della Roma e ancora una volta ai danni del Catania sua vittima sacrificale. Finita? Macché. Venti secondi della ripresa e il Catania torna sotto grazie all'ennesima gaffe della coppia Cassetti-Artur. Sì, il difensore sbaglia il tempo su Martinez, ma l'intervento del portiere sulla punizione di Mascara è da dimenticare: prende gol sul suo palo, la contestazione riesplode. E, della serie al peggio non c'è mai fine, arriva il pareggio: giusto, perché nel secondo tempo in campo c'è solo il Catania e per venti minuti si gioca praticamente a una porta... quella della Roma. Stavolta a esultare è addirittura Morimoto che non fatica a infilare Artur: uscita inguardabile. Riscossa? Niente, la partita va avanti per inerzia col Catania sempre pericoloso e la Roma che non sta in piedi ma ci prova con la forza della disperazione. A tempo scaduto il guizzo di Panucci (gol da attaccante vero) che regala tre punti a Spalletti, fa un gesto alla curva e tiene la Roma con un piede in Europa. Poco.

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