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«Il mio futuro lo decido io»

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LucianoSpalletti lancia un altro messaggio di rottura alla Roma, coinvolta molto più dalle vicende societarie che dalla partita di oggi pomeriggio all'Olimpico contro il Catania. Dopo le frasi al veleno delle ultime settimane, il tecnico continua a seguire una strategia mirata a interrompere il suo rapporto con il club giallorosso nel modo più conveniente e rapido possibile. E il fatto che la Sensi gli abbia pubblicamente proposto un rinnovo di contratto (quello attuale scade nel 2011) sembra lasciarlo indifferente. Se non addirittura infastidito. Quando gli chiedono se sulla sua scelta possa influire l'eventuale cambio di proprietà, Spalletti risponde diretto: «No, il mio futuro dipende da quello che voglio fare io. Di questo parlerò con la dottoressa Sensi. Quando? Non so se può avvenire prima della fine della stagione, comunque Bruno Conti e Daniele Pradè ci sono sempre a Trigoria e con loro mi confronto tutti i giorni. Intanto giovedì ho incontrato Marco Staffoli (marito di Rosella,ndr), quindi è come se avessi parlato con la dottoressa. Convocazioni anticipate non ne ho avute, ma può succedere ed eventualmente io risponderei volentieri». Rivelare l'incontro con Staffoli, che non ha un incarico ufficiale nella Roma, sa tanto di provocazione. Che la famiglia Sensi non avrà certo gradito come le altre recenti accuse rivolte dal tecnico. Spalletti racconta anche che «quando ho parlato con la proprietà mi è stata rinnovata l'intenzione di rimanere al comando del club e mi è stato detto che non ci sono situazioni tali da permettere di prendere in esame una cessione. Lo stesso hanno ripetuto a Totti e De Rossi nella riunione per annullare il ritiro. Perciò non abbiamo scusanti, le chiacchiere non devono disturbarci. L'importanza di questo finale di stagione i giocatori lo avvertono da soli così come io occupo il mio tempo a pensare ai risultati». Quelli mancati quest'anno, «ed è l'unica cosa che per cui ho sbagliato rispetto al passato - ammette Spalletti - mi prendo la mia parte di responsabilità anche se ho delle attenuanti, ma quelle non contano». Sul campo resta da difendere il sesto posto nelle ultime tre gara a partire da oggi. «Dobbiamo pensare al massimo a cui possiamo arrivare, che ora è il sesto posto: non vedo perché dovremmo snobbare la coppa Uefa. Noi abbiamo un obiettivo importante al di là del fatto che è evidente che ho lavorato male anche se arriviamo sesti: i risultati sono quelli che restano e lasciano il segno». L'esempio portato da Spalletti è amaro: «La Lazio gioisce per un rigore segnato, invece noi siamo additati di una brutta stagione due rigori sbagliati». Roma-Catania è anche la partita tra due squadre che non si sono mai amate. Dal 7-0 di due anni fa, digerito male dai siciliani, all'ultimo atto del campionato scorso fino alla gara d'andata dell'attuale torneo, finita in rissa. «Non ho assolutamente voglia - chiude Spalletti - di caricare partite come queste di significati diversi da quelli sportivi». Di carne sul fuoco ce n'è già abbastanza.

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