Rossi, dopo la coppa il brindisi d'addio

La cravatta con il nodo allentato, la faccia sorridente e la figlia Martina per mano: l'allenatore biancoceleste è uscito dallo stadio con la sua famiglia al seguito. Negli spogliatoi il brindisi con la squadra e i dirigenti per festeggiare la coppa, un brindisi che ai più è sembrato un congedo: se la ragione prevarrà sul sentimento, il tecnico nella prossima stagione cambierà panchina. Se il cuore prevarrà sulla ragione, si farà convincere da Lotito che anche ieri ha ribadito come il contratto dell'allenatore - a 45 giorni dalla scadenza - non sia una priorità per il club. Ieri il mister ha raccontato le sue emozioni sulle frequenze di Teleradiostereo: «Quando sono arrivato qui avevo un sogno - ha dichiarato Rossi - e l'altra notte, contro la Sampdoria, questo sogno si è avverato, ocn uno stadio pieno di tifosi della Lazio, allegri e festanti. In considerazione della giovane età questa è una squadra che potrà fare grandi cose: ho un'idea di quello che serve, se mi chiameranno la dirò.  Nell'arco del tempo possiamo avvicinarci alle grandi. Bisogna tenere quelli forti e puntellare là dove serve. Se dovessi scegliere una foto di questi quattro anni sceglierei l'ingresso in campo di mercoledì notte con tutto lo stadio pieno e colorato di biancoceleste. È stata un'emozione unica. Il futuro? «Dovrò parlare con la società e capire se qui potrò ancora portare avanti le mie idee: se non fossi l'allenatore della Lazio, Roma sarebbe la mia città ideale...». Sembra una storia dal finale già scritto, con una Coppa sul tavolo e un tecnico vincente che saluta. Lotito riuscirà a convincere Rossi?