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Coronata un'annata incredibile

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L'eroeè Muslera, parate decisive su Cassano e Campagnaro. Ma a Dabo va dato il riconoscimento di avere trasformato il match-point al termine di una maratona infinita. Pur nella conclusione avventurosa della sfida, il trofeo va alla squadra migliore, un tempo in equilibrio poi un costante dominio, avrebbe dovuto chiudere i conti prima. I rigori, dunque, per risolvere questa inedita finale, giocata con grande cuore e grande spesa di energie. Tutt'altro che una lotteria quando gli esecutori vanno sul dischetto a corto di risorse atletiche. Tensione nervosa altissima, non l'hanno placata le polemiche, ingiustificate, dopo il capolavoro di Zarate, Pazzini era a terra, ma Rosetti era il solo a poter fermare l'azione. Direzione non impeccabile: avrebbe meritato l'espulsione Campagnaro, invece ha preso il giallo Foggia, avrebbe meritato il rigore Pazzini, ingenua la trattenuta di Siviglia, falli tattici in quantità industriale. Per salvare il raddoppio ci sono voluti due miracoli di Castellazzi su Kolarov e Pandev, a ristabilire il pari è arrivata un'altra impresa, protagonista Pazzini sull'asse Cassano-Stankevicius. Bravo Delio Rossi nel chiudere gli spazi, produttivo anche il pressing assiduo dei liguri, punteggio buon testimone di un sostanziale equilibrio. Soltanto Lazio nella ripresa, Samp schiacciata senza uscire dal guscio, non basta per evitare una scomoda coda. Sfinimento generale, più l'inevitabile paura di un episodio risolutivo, giustificabili anche gli errori di misura, meno quelli, reiterati, di Rosetti, completa la serataccia con un rigore, chiaro, negato a Lichtsteiner. Non basta neanche la mezz'ora in più, il dischetto diventa giudice. E così ha la sua targa anche il secondo trofeo della stagione nazionale, dopo quella Supercoppa milanese che rappresenta forse il solo motivo di autentico rimpianto per la sciagurata Roma attuale. Forse il terzo, chiaramente il più significativo, avrà il suo titolare già da domenica sera. quando l'Inter si giocherà al Meazza il suo secondo match-point dopo l'occasione mancata di Verona. Avversario quel Siena che rappresenta una costante nel finale di stagione nerazzurro, e stavolta sarà in campo l'implacabile Ibra. Rappresenta già un fattore positivo che neanche una delle partite in calendario sia del tutto svuotata di ogni interesse, delle pretendenti a un posto nell'Europa minore forse soltanto il Palermo ha il vantaggio di una rivale di scarse motivazioni come la Lazio, non proprio riposata dopo la maratona dell'Olimpico, troppa ruggine tra Roma e Catania per prevedere un pomeriggio povero di toni agonistici.

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