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Zarate-Cassano sarebbe bello vederli insieme

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Sonoall'antica e fatico ad adattarmi al Nuovo Calcio che tratta di tutto fuorchè di calcio. Sembra che la partita - quel che resta di sport - conti poco o nulla, al massimo serva ad ispirare i giri di valzer degli allenatori, ultimo frequentatissimo passatempo per gli addetti ai lavori. Stasera si gioca Lazio-Sampdoria ma il dibattito globale riguarda soprattutto il destino dei panchinari. Che fine faranno Rossi e Mazzarri? Mi diceva Marotta, dg sampdoriano: «Appena la Juve avrà deciso il destino di Ranieri si verificherà un effetto domino che riguarderà tante panchine». Pensa te. Almeno una volta si strachiacchierava sul calciomercato molto virtuale inaugurato una decina d'anni fa da Maurizio Mosca con le sue famigerate «bombe». Adesso, con la crisi economica in atto, è più comodo limitare la giostra delle teste a quella degli allenatori, decapitabili e sostituibili per principio. Un esempio? Dicono che Berlusconi in viaggio in Egitto abbia avuto parole dure per Ancelotti: un anno fa parlava di Ronaldinho e veniva accusato dagli avversari politici di fare propaganda, promesse promesse anche nel calcio. Sta di fatto che lo comprò, per sua sfortuna e danno di Ancelotti. E allora, non sono alle porte altre elezioni? E che vantaggio può trarre, il Cavaliere, da sparate critiche contro Ancelotti? Perchè non annuncia l'arrivo di Drogba o Adebayor? C'è la crisi economica, ragazzi, parliamo d'altro, non di euromilioni da offrire ai calciatori. Si fanno pagar bene anche i tecnici, ma vuoi mettere. E quale sarebbe il presupposto di tante chiacchiere sui Signori della Panchina? Non certo la tecnica: non s'è mai giocato tanto male quanto quest'anno. Sparita la Roma di Spalletti, devi spostare l'attenzione giusto sul Cagliari di Allegri e il Chievo di Di Carlo per continuità positiva, visto che l'Udinese - meglio attrezzata - s'è autocastrata per lungo tempo. Oppure, se vogliamo, possiamo parlare di saporiti dettagli che rendono particolarmente gustosa la finale di stasera: direi di Zarate e Cassano. Con tutto il rispetto per i loro compagni, Rocchi e Pazzini in testa. Un giorno mi piacerebbe addirittura vederli giocare insieme, e allora sono sicuro che il calcio tornerebbe a entusiasmarci come quand'era il gioco più bello del mondo. Cassano ha imparato ad essere generoso, i suoi più preziosi palloni sono per il compagno sottoporta: Zarate se ne gioverebbe assai abbreviando la manovra che lo porta spesso ad esagerare in perniciosi solipsismi, dopodichè, avendo trovato uno che parla la sua stessa lingua (pallonara) potrebbe anche imparare a ricambiare. Vabbè, questi sono sogni impossibili, aspettiamoli alla prova del campo, separati, anche se sul gioco grava la tensione di una finale importante.

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