Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Una finale non si scorda mai, soprattutto se alla fine sei chiamato ad alzare il trofeo davanti ai tuoi tifosi

default_image

  • a
  • a
  • a

Eil destino di Bob Lovati, in quella serata del 23 settembre 1958, fu proprio questo. E' lui il primo capitano vittorioso della storia della Lazio, lui il portiere di quella formazione che vinse la coppa Italia del 1958. Anche oggi, che non è più all'interno della società dopo quasi 50 anni di onorata carriera a tinte biancocelesti, resta il più grande laziale della storia. «E' passato più di mezzo secolo da quella vittoria - ricorda con la solita passione per i suoi colori - fu una serata straordinaria. Arrivammo in finale eliminando la Juventus di Boniperti, Charles e Sivori, dei grandissimi campioni che hanno fatto la storia del calcio. Prima ancora, nel girone eliminatorio, avevamo eliminato la Roma. Quell'estate fu piuttosto calda, e non solo dal punto di vista climatico: i nostri dirigenti avevano venduto Selmosson alla Roma, «Raggio di luna», idolo dei laziali. Andammo avanti, e nella finalissima battemmo la Fiorentina grazie a un gol di Prini che è scomparso da pochi giorni. Purtroppo gli anni passano per tutti... Eravamo una bella squadra, come allenatore avevamo Fulvio Bernardini, un gran signore prim'ancora che un grande tecnico. Era laureato e si faceva chiamare dottore anche durante gli allenamenti rifiutando l'appellativo di mister. "Io sono il dottor Bernardini" amava dire, ma lo diceva sempre con modestia, mai con presunzione. Era un tattico, amava il suo lavoro è stato un precursore: preparava molto bene la squadra dedicando molta attenzione ai particolari. Fu un successo importante per la Lazio, quella serata mettemmo il primo, piccolo, tassello della nostra storia centenaria: prima di allora non avevamo vinto ancora nulla, i tifosi festeggiarono fino a tarda notte». La Lazio si gioca tutto in questa sfida. «Abbiamo un buon organico, ma siamo andati al di sotto delle aspettative: troppi alti e bassi, è mancata la continuità. In classifica ci sono squadre sinceramente più scarse, la Lazio dovrebbe essere almeno due o tre posti più avanti. Ma negli appuntamenti importanti - vedi il derby - non siamo mai mancati. La Sampdoria ha giocatori pericolosi, ma noi abbiamo tutto per poter vincere: speriamo di batterli». L'ultimo successo risale al 2004, era la Lazio di Mancini. «Di quella squadra ricordo con piacere Stam, un giocatore eccezionale, con una forza fisica devastante. Insieme a Nesta, è stato uno dei nostri difensori più forti della storia. Senza nulla togliere ai difensori che ci sono oggi in organico, con loro due, questa squadra sarebbe competitiva anche per la Champions League».

Dai blog