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Milan rincorsa finita, la Juventus si ritrova

Pippo Inzaghi dopo un'occasione mancata

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Una partita tattica, questa è stata Milan-Juventus: un pari giusto e tante considerazioni da fare. Sui due allenatori, dati entrambi per partenti. Ancelotti perché vuole, Ranieri no. Ma la sua Juve ieri sera ha convinto, e l'ha seguito. Sui due capitani: Maldini all'ultimo big match della carriera, Del Piero alla 600esima maglia bianconera. Due mostri. Che però in campo hanno lasciato gli onori a Iaquinta e Inzaghi: i due più brillanti, per distacco. Lo juventino su tutti. Autore del pari ma anche di una prestazione da maratoneta. Di conclusioni poche, si diceva. La prima è di Camoranesi al 12', alta, su torre di Iaquinta, che è ovunque. Poi Marchionni e ancora Iaquinta in slalom, fermato regolarmente in area. Il possesso palla è tutto rossonero, le sgroppate bianconere. Con Inzaghi che è l'ecceione, al solito. Così ci prova al 20', ma calcia alto di sinistro dopo aver vinto un contrasto con Chiellini. L'occasionissima ce l'ha la Juve, al 36'. Ma la miglior palla gol del primo tempo capita sui piedi più sbagliati, quelli di Poulsen: bravissimo a liberarsi e a puntare la porta, molto meno nella conclusione di sinistro, comunque fuori di poco. Anche nella ripresa il copione della partita non cambia: il Milan costruisce, la Juve controlla e si lancia negli spazi, con Iaquinta a volte incontenibile che mette in difficoltà Kalac già al quarto minuto. Sembra la partita perfetta della Juve, almeno a livello tattico, e invece passa il Milan. Da una delle poche palle perse bianconere parte il lancio lungo per Inzaghi, che si fa 50 metri e la mette per Ambrosini. C'è anche fortuna nel gol rossonero perché il pesarese cicca il tiro, che finisce giusto sui piedi di Seedorf per l'1-0. Ma è qui che la Juve fa vedere di esserci davvero, soprattutto col suo miglior uomo in campo, e cioè Iaquinta. Prima calcia alta una punizione poi su assist di Camoranesi schianta di fisico Flamini e in tuffo batte Kalac di testa. Uno a uno in tre minuti, che reazione. Non certo da quella Juve che s'è vista nelle ultime domeniche. Poi i cambi, l'espulsione di Favalli, le squadre lunghe e stanche, con qualche occasione in più, ma niente di che. Alla fine il più contento è Mourinho, ancora a +7. La Juve dovrà ancora guardarsi dalla Fiorentina, ma ha cambiato rotta, e gli umori dell'ambiente. Il Milan si consola con Gattuso, tornato in panchina dopo appena cinque mesi dall'infortunio, e con Nesta, che nel pre partita assicura di voler continuare a giocare.

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