La Madonna e le alleanze del futuro
Daantico chierico salesiano, ha in primo luogo ringraziato la Madonna. Qualche minuto prima, alle 10.33, il pallottoliere elettronico allestito nel salone d'Onore del Foro Italico aveva tempestivamente sanzionato, dopo la lettura di cinquantasette schede e con l'assegnazione dei quaranta voti necessari al primo scrutinio, la sua affermazione. L'esito finale, 55 preferenze per Gianni Petrucci, presidente uscente e in sella dal 1999, e 24 per Franco Chimenti, presidente della federazione golf e sfidante, avrebbe poi sostanzialmente mantenuto inalterate le proporzioni di voto. La cui analisi si presta ad un paio di riflessioni. Al suo quarto mandato al vertice dell'ente olimpico nazionale, e con un'affermazione che in termini di elementare contabilità è più che netta - più del doppio rispetto a quanto raccolto dall'avversario, a cui favore va comunque registrato, diversamente dalle attese dei più, un risultato superiore alle aspettative - Petrucci ha dinanzi a sé un quadriennio più in salita che in discesa. Quelle ventiquattro preferenze espresse a Chimenti nel segreto delle due cabine sono infatti il sintomo di una diffusa insofferenza tra i presidenti federali, il nucleo più forte e rappresentativo tra i 79 componenti del Consiglio nazionale. Primo a rendersene conto, al di là della soddisfazione manifestata nelle concise parole pronunziate al termine dello scrutinio, è proprio Petrucci. Che, abilmente, e l'abilità è una delle doti di cui il dirigente romano è maggiormente fornito, ha subito sottolineato come tra i suoi impegni primari preveda l'opportunità, anzi, la necessità, di recuperare legami e rapporti di buon vicinato con i personaggi che hanno votato contro la sua conferma. Potrà avvalersi, in tale operazione, di una Giunta esecutiva uscita sicuramente migliorata rispetto alla precedente. Fuori dal nuovo organigramma governativo Barelli per le vicende preelettorali, e dunque uscito ufficialmente dalla porta, il nuoto è rientrato dalla finestra principale con Giovanni Malagò. Ma, soprattutto, sono entrati nel governo uomini e federazioni di peso, Giancarlo Abete per il calcio, Renato Di Rocco per il ciclismo, e Franco Arese per l'atletica. La quale atletica, avendo in Giunta anche Eddy Ottoz e Marcello Marchioni, il primo, ostacolista principe negli anni Sessanta, in quota tecnici, il secondo quale espressione degli organismi regionali, è la disciplina che in termini di rappresentatività ha realizzato ieri il massimo raccolto.