Spalletti, un passo verso l'addio

«Quando le cose vanno male - spiega il tecnico - qui come altrove bisogna trovare dei responsabili e qualcuno deve pagare. Io ho le mie colpe, ma a fine anno dovrò confrontarmi con la dottoressa Sensi ed i giocatori perché è a loro che devo rendere conto. E io posso restituire anche i soldi». Già, perché il suo possibile addio sarà soprattutto una questione di soldi visto il contratto fino al 2011 ancora in essere. «Si cambia - prosegue Spalletti - quando non c'è più volontà e passione nel fare il proprio lavoro e non si hanno più stimoli». E lui non sta dimostrando di averne ancora molti. Ieri contro il Chievo solo l'ultima delusione di una stagione tremenda. «"Fallimentare" è una parola forte, ma l'ho usata io. Si può rivedere la forza dell'aggettivo. Non posso garantire di vincere il campionato, ma ce l'ho messa sempre tutta». Sulla contestazione: «I tifosi vanno accettati anche quando ti criticano, ma credo che il trattamento riservato alla dottoressa Sensi mi sembra ingeneroso». Spalletti prima difende il suo presidente, poi non le risparmia qualche critica. «La famiglia Sensi la scorsa estate mi ha detto di affermare in conferenza stampa che non c'era nulla di vero sulla vicenda Soros e poi ha fatto un comunicato in cui si sosteneva il contrario. Adesso sull'ultima trattativa non so nulla, ma credo fosse giusto dire qualcosa ai calciatori». Poi critica Menez. «Il ragazzo non è temprato sotto l'aspetto della personalità e riesce difficilmente a fare la differenza». Chiusura con Panucci. «Spalletti va elogiato - spiega il difensore -, ha lavorato sempre in modo molto serio e spero possa continuare a farlo qui anche se ci ho litigato spesso. A noi non resta che disputare un finale dignitoso».