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Ranieri, ora si fa dura

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Il Milan scappa e adesso sì che la truppa bianconera deve cominciare a guardarsi le spalle: vero che i cinque punti di vantaggio nei confronti della Fiorentina sono in realtà sei grazie al vantaggio nei confronti diretti, vero anche che di questo passo ogni dote può essere sperperata. «Evitare i preliminari di Champions è diventato adesso il nostro obiettivo», è il commento finale di Ranieri. Abbacchiato come mai. Isolato, anche. Nessun dirigente si è presentato alla stampa nel post partita. Eppure ce ne sarebbe stato più di un motivo: tutti sono stati mandati a quel paese durante la partita, Cobolli Gigli e Secco addirittura per nome e cognome. «Non voglio essere tirato in mezzo in situazioni che non mi competono», si trincera invece Ranieri. Insultato anche lui, sbeffeggiato, invitato ad andare a casa a più riprese. Tifo contro dal primo all'ultimo minuto, eccezion fatta per i momenti dei gol di Nedved e per qualche incitamento nei confronti di Buffon, dello stesso ceco e di Iaquinta: idoli a prescindere. Giusto così, insomma: anche perché il biondo di Cheb ha illuso il popolo con la seconda doppietta stagionale infiocchettando le sue reti in mezzo al vantaggio di Konan e all'incredibile pareggio finale di Castillo. Esultando sotto la curva Sud e facendo finta di non avere sentito nulla di quanto urlato a squarciagola da migliaia di tifosi delusi: «Cannavaro non lo vogliamo», «andate a lavorare», «avete tutti le corna» e avanti anche con una certa dose di ironia: «dirigenza portaci Zambrotta», «Emerson lalalalala», «Luca Vialli segna per noi», «forza Bettega» e chi più ne ha più e metta. Compreso un «Luciano Moggi» che ha riscosso enorme successo e al quale si sono uniti buona parte degli altri spettatori presenti allo stadio. Eppure, a fine partita, né Cobolli Gigli né Blanc e neppure Secco hanno sentito il bisogno di apparire per spiegare, motivare, argomentare. Solo Ranieri lo ha fatto, magari dicendo anche una piccola bugia quando ha negato contrasti e magari litigate durante l'intervallo: «Non è successo nulla, ci siamo solo incitati a non mollare”. In realtà Buffon è »ornato in campo in fretta e furia, scuotendo la testa, dopo un paio di minuti appena: qualcuno dice che siano volate parole grosse, altri che si sia arrivati quasi alle mani. Chiaro che nessuno confermi: di sicuro, Del Piero e Camoranesi sono stati sostituiti e la Juve della ripresa è apparsa un minimo più volenterosa e quadrata di quella del primo. «La squadra è una sola, io faccio le mie scelte per il bene di tutti – sono le parole di Ranieri – e non penso ai vecchi o ai giovani. I fischi? Dobbiamo saper accettare tutto e ripartire. Fino a un mese fa stavamo facendo benissimo, adesso stiamo sporcando la nostra stagione e non va per nulla bene. La colpa di quanto sta succedendo è solo nostra. Non mi spiego perché in settimana i ragazzi corrano sprizzando entusiasmo e poi la domenica vadano in difficoltà». Se non se lo spiega lui, forse il problema è altro e riguarda la voglia di remare tutti dalla stessa parte. Ranieri non ci sta: «Se fosse così, la squadra non reagirebbe una volta andata in svantaggio». Non se ne esce, insomma. L'ultima immagine è il flash che regala il tecnico romano: «Io voglio restare, ci mancherebbe». Se così fosse, ci sarebbe davvero di che stupirsi.

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