Ma il vero spettacolo è Real-Barça

Magli dei del calcio i loro favori li hanno riversati tutti sul Santiago Bernabeu, di fronte allo show del Barcellona, ai suoi cento gol in campionato, il palcoscenico di San Siro è avanspettacolo di paese. Ha vissuto, la Roma, una settimana da incubo: la sconfitta di Firenze a rendere più evidente un momento tecnico imbarazzante, che soltanto la pochezza delle rivali, Bologna e Lecce, aveva in qualche modo mascherato. Tra i siluri di una dirigenza che elenca i torti di tutti, ignorando i propri, le contestazioni di tifosi con tendenza al protagonismo, i dubbi sul futuro di società, allenatore e squadra, i ritiri revocati, si arriva a questa visita del Chievo, che in altri tempi avrebbe prodotto livello minimo di allarme. Confinata a ridosso della zona rossa da due sconfitte inique, la formazione di Mimmo Di Carlo vale certamente più della sua attuale classifica e nell'anno solare aveva prodotto un rendimento straordinario. La Roma, alla quale soltanto la matematica regala ancora una parvenza di sogno, deve comunque dimostrarsi motivata al massimo, per non chiudere nel modo più avvilente una stagione (e quasi certamente un ciclo), segnata da rari accenti all'altezza delle ambizioni che il campionato scorso aveva legittimato. Le parole di Spalletti, che nello spogliatoio non ha ormai tanti alleati (anche se uno, De Rossi, è di primo livello) lasciano presagire un distacco di comune accordo, anche se rimandano l'eventuale svolta a fine stagione, negando una sua pressione per costose scelte di mercato. Certo, ripartire a giugno senza una guida tecnica già operativa e una squadra da definire, non sarebbe il miglior viatico per la prossima stagione. Nella corsa impossibile al primato, sta meglio la Juve rispetto al Milan che va a Catania, in quella ai preliminari di Champions, turno promettente per la Fiorentina, al Franchi scende il Torino, ben più vistose insidie per il declinante Genoa nel derby serale di Marassi.