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Rebellin non è più un eroe

Davide Rebellin

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Come si inizia un articolo in cui si deve raccontare l'ennesima notizia di positività eccellente che colpisce il ciclismo? Con immenso dispiacere, visto il nome coinvolto nell'ultimo scandalo doping, servito fresco fresco ieri alla platea di tutto il mondo: Davide Rebellin, uno degli atleti più amati del panorama del pedale. Il corridore vicentino è risultato positivo ai nuovi test che il CIO ha predisposto su tutti i campioni di sangue provenienti dalle Olimpiadi del 2008: analisi di tipo innovativo hanno reso possibile rintracciare la «CERA», ovvero l'EPO di terza generazione. Una volta pronto il nuovo protocollo di analisi, a Losanna hanno voluto togliersi il dubbio su tutti i medagliati di Pechino, che erano risultati negativi ai vecchi test. E qualcuno di loro è caduto nella rete: per la precisione, 6 atleti di varie discipline (si parla anche di atletica leggera, canottaggio e nuoto) e varie nazionalità (uno di loro è stato testato positivo due volte, per questo i risultati non negativi sono 7 e non 6). L'unico di cui è stato diffuso il nome, è per l'appunto Rebellin. Il Coni non ha voluto differire la rivelazione sul suo tesserato, che rischierà anche di essere denunciato dallo stesso Comitato Olimpico Italiano, pronto a citare per danni il ciclista che ha col suo comportamento disatteso il codice etico che tutti i componenti della spedizione azzurra per Pechino avevano sottoscritto. Gli altri comitati olimpici hanno invece optato per la politica del temporeggiare, e in attesa che vengano rivelati i nomi degli altri 5 positivi c'è spazio per le più varie ipotesi: una particolarmente accreditata vorrebbe l'Italia, a cui ovviamente verrà tolto l'argento conquistato da Rebellin, rifarsi con un altro oro, visto che tra gli atleti in procinto di essere squalificati ci sarebbe anche un'olimpionica che ha preceduto una delle nostre atlete. Nell'attesa di saperne di più e meglio, resta lo sgomento per una carriera, quella di Davide Rebellin, che si interrompe nella maniera peggiore: il veneto ha quasi 38 anni, 2 anni di squalifica (pressocché certi) sposterebbero la data del suo rientro al 2011, quando lui di primavere ne avrà 40. Peccato, un vero peccato che finisca così per l'(ormai) ex argento di Pechino: pensare che non più tardi di una settimana fa tutta la stampa sportiva internazionale incensava il vecchio campione che, appena mercoledì scorso, aveva conquistato la terza Freccia Vallone della sua carriera. Anche questa prestigiosa vittoria, al pari della medaglia olimpica, gli verrà cancellata. Uno spot alla rovescia, ancora una volta, per il ciclismo a pochi giorni dal Giro d'Italia del Centenario.

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