Stadio e prezzo i Sensi non mollano
Stadio e prezzo. I due nuovi nodi della trattativa che potrebbe portare alla cessione del pacchetto di maggioranza della As Roma. Più che una frenata si tratta di un rallentamento, perché le cose da discutere sono ancora tante e le due parti vogliono vederci più chiaro: la cordata tedesco-svizzera con il «mister x» italiano come terzo socio vuole essere certa che il nuovo stadio si possa realmente realizzare, la famiglia Sensi pretende di uscire a testa alta dalla trattativa. Difficile quindi provare a ipotizzare i tempi di un'eventuale chiusura dell'affare. Il primo nodo è legato appunto alla fattibilità dello stadio per il quale l'attuale proprietà dovrà presentare un progetto entro il 17 maggio (altrimenti l'iter burocratico slitterebbe di almeno un altro mese). I «tedeschi» infatti non sarebbero interessati alla società qualora l'impianto sportivo e tutto ciò che gli nascerà attorno non si potesse realizzare. Non a caso, in gran segreto negli uffici di Villa Pacelli, si starebbe lavorando alacremente alla «verifica» di un progetto che sarebbe molto simile all'Emirates Stadium dell'Arsenal (gli scherzi del destino... proprio il luogo nel quale si è sbriciolata l'attuale stagione giallorossa). Ma a quel punto i Sensi passeranno davvero la mano? È il nuovo quesito del momento. La realizzazione dell'impianto, la conseguente patrimonializzazione e tutto l'indotto che la nuova «area» porterà, potrebbe convincere la famiglia a tenere il club appianando nel frattempo il debito di Italpetroli e rifinanziando la Roma. E sarebbe proprio questo l'altro nodo. Perché saltata l'ipotesi di un ingresso graduale di soci stranieri (inizialmente i Sensi cercavano un partner di minoranza che si fosse accontentato di non più del 30% del pacchetto azionario della Roma), l'attuale proprietà ha iniziato a «sparare» altissimo con le cifre richieste a chi intende salire direttamente sul ponte di comando. I contatti tra studi legali continuano ma è impossibile chiudere in quella direzione, soprattutto perché la realizzazione dello stadio è ancora tutta sulla carta: anzi, al momento nemmeno lì. Resta infatti da definire la zona dove costruire il nuovo impianto: l'area alla Magliana sembra favorita in questa corsa rispetto a quella vicina alla Centrale del Latte. Intanto ieri il titolo in Borsa ha guadagnato il 2,38%, chiudendo a 0,86 euro.