Roma avvelenata
Un bunker vero e proprio. Blindato al suo interno e verso l'esterno. Ieri mattina giocatori, tecnici e dirigenti della Roma hanno iniziato il ritiro punitivo a Trigoria senza sapere quando finirà. Bisogna vincere con il Chievo per sperare che duri solo una settimana, altrimenti potrebbe continuare ad oltranza. Fino a nuove disposizioni sono vietate «libere uscite» se non per sottoporsi a cure mediche, non è consentito neanche ricevere visite di parenti e/o amici. La Sensi ha mantenuto le promesse e intende continuare ad usare il bastone. Fino ad ora non si è fatta vedere al «Bernardini» ma nei prossimi giorni potrebbe incontrare Spalletti e i dirigenti per capire e cercare insieme i rimedi a una crisi irreversibile. Allenatore e giocatori richiedono a gran voce il confronto con la proprietà. I primi a raggiungere il centro sportivo sono stati Totti e De Rossi. I due simboli della Roma che, a quanto pare, sarebbero tra i più amareggiati per la decisione della proprietà. Le parole scritte dalla Sensi domenica scorsa hanno ferito i «senatori» della squadra e non solo, accusati di scarso impegno e professionalità. Il riferimento agli stipendi ha ferito nell'orgoglio un gruppo che si sente vittima e non colpevole di tante situazioni avverse. Il ritiro non piace a nessuno (Spalletti in primis) e a Trigoria si respira un clima surreale. Misto di noia, rabbia e, forse, anche rassegnazione. In cinque partite sarà praticamente impossibile rimettere in piedi una stagione maledetta sin dalla sconfitta ai rigori in Supercoppa. Sullo sfondo resta l'incertezza sul futuro societario e della guida tecnica per la prossima stagione. Tanti, troppi dubbi che non aiutano a riportare il sereno. In mattinata Pradè, Bruno Conti e Spalletti hanno provato a rianimare la squadra in un breve confronto in cui si è ripreso il discorso interrotto negli spogliatoi di Firenze. Parole ripetute tante volte durante la stagione ma che non sembrano provocare effetti. La situazione è sotto gli occhi di tutti e la società adesso pretende di salvare la dignità e almeno il posto in Europa League. Al momento è previsto un allenamento al giorno, programmato sempre di pomeriggio per «spezzare» delle giornate che altrimenti diventerebbero lunghissime. La prima seduta è durata appena quaranta minuti per colpa del nubifragio che si è abbattuto su Trigoria e ha aggiunto altro grigiore. All'esterno del fortino giallorosso si aggiravano poche anime. Un gruppo storico della curva Sud ha esposto uno striscione. «I Fedayn hanno perso la pazienza. Indegni» c'era scritto. Qualcun altro ha lasciato insulti vari sul muro di cinta. La contestazione vera e propria è attesa domenica allo stadio, nel frattempo diversi tifosi si sono dati appuntamento per oggi pomeriggio a Trigoria attraverso siti internet e radio private.