I nerazzurri cadono a un passo dal traguardo
Sancisce,la prima vittoria della gestione Donadoni al Napoli, il rinvio della sentenza: cade l'Inter a un passo dal traguardo, il Milan è a meno sette, ancora troppi i punti per pensare seriamente a un aggancio, ma le cose non sono più così scontate, domenica a San Siro salirà la Lazio, il calendario indica vita facile per le due prime inseguitrici, ma insomma l'ultimo guizzo del campionato propone, dopo il pari della Juve, un discorso dal tipico timbro menghino, gli altri a guardare. La rivolta dei peones, marchio distintivo della domenica calcistica, produce anche qualche non irrilevante effetto collaterale su più nobili zone della classifica. Lascia per strada punti significativi la Juventus, che con il pareggio di Reggio Calabria vede sbiadire il già tenue rosa dell'utopia dello scudetto. Ranieri ottiene dai suoi la carica agonistica e nervosa che aveva reclamato alla vigilia, due volte rimontato il vantaggio di una Reggina per la quale il pari suonava comunque condanna. Non basta per difendere quel secondo posto a lungo presidiato, e con ben più ambiziose prospettive, dall'assalto del Milan, toccato dalla grazia in quest'ultimo scorcio di stagione. La faccia è salva, come pretendeva il tecnico, alla Juve manca anche un rigore solare, però è comprensibile la delusione di chi aveva sognato più gloriosa conclusione. Va rilevato però come il tifo e l'informazione torinese, sicuramente più dei dirigenti, avevano probabilmente sopravvalutato il potenziale di una squadra che aveva proposto un centrocampo di qualità modesta e troppi galletti in attacco, poi sono sopraggiunti tutti i guai fisici del mondo a complicare la situazione. segue a pagina 22