Rossi: Lazio provaci
Novanta minuti da giocare con testa e cuore, personalità e carattere, grinta e determinazione: arriva l'ultimo treno per l'Europa da prendere in corsa che passa per Torino. La Juve, sempre e comunque: nei quattro precedenti trionfi in coppa Italia la Lazio si è sempre dovuta confrontare con i bianconeri. L'ultimo dolce ricordo dal sapore di vittoria è proprio frutto di una finale pareggiata con la Juve di Lippi, e di una coppa alzata al cielo dalla banda Mancini: era la Lazio del presidente Longo,l'ultima Lazio vincente. Alla vigilia della partita Rossi polemizza con i comunicatori ed esprime, ancora una volta, il desiderio di rimanere nella capitale: Mancano settanta giorni alla scadenza del suo mandato, il club prende tempo. «Questa partita è fondamentale per la Lazio e basta, non per il sottoscritto. E' una partita delicata, ma non è l'ultima. La stagione si salva a fine anno quando si tira una riga e si fanno i bilanci. I giudizi parziali non contano, sono giochi che fanno altri». Rossi evita di sottoporsi al gioco delle percentuali, carica la squadra trascurando il vantaggio minimo acquisito nella gara di andata. «Non dobbiamo tener conto del risultato cnoquistato in casa - continua Rossi - occorre partire dallo 0-0 e giocarsela. La Lazio deve presentarsi con lo stesso atteggiamento tenuto nel derby e contro il Genoa, dove ha messo cuore, anima, gioco e corsa, sapendo che andiamo ad affrontare una squadra ambiziosa, che sicuramente si gioca tantissimo e che vuole vincere l'ultimo trofeo che è le rimasto a disposizione. ci tiene a vincere. Al di là della caratura superiore dell'avversario, voglio che la mia squadra giochi da Lazio. Ho grandissimo rispetto per questa squadra di campioni, ma se riuscissimo a ripetere la prestazione di Marassi avremmo delle buone possibilità. Questa finale ha acquisito carattere di priorità per la Juventus, e anche per la Lazio, ma per noi sono importanti tutte le partite, non solo la Coppa Italia». Ma questa sarà una sfida particolare, la Lazio si gioca gran parte delle possibilità di tornare in Coppa Uefa, e al passaporto europeo sembra essere legato il destino della sua panchina. «Non può essere che un allenatore veda legato il suo destino a una singola altrimenti vuol dire che è il risultato che fa la strategia, e questo non va bene. Il problema è che in Italia spesso non c'è strategia. Si inizia il campionato con tanti bei discorsi, poi ai primi scricchiolii senti fare discorsi diversi. Io voglio restare qui, a Roma sto bene».