Ode a Pellissier il valdostano sceso dai monti
Logicopensare allo sci, anche di fondo, allo snowboard, magari anche al bob o allo slittino. Eppure Sergio Pellisier, nato ad Aosta proprio 30 anni fa, l'idea di giocare a pallone ce l'aveva ben chiara in testa. E per praticarla ad alto livello, ha scelto un altro luogo di frontiera, nel nostro pallone professionale e straricco: Verona, sponda Chievo. Eppure, in questa primavera buffa, il suo exploit in fatto di gol è diventata la grande notizia del campionato. Con 8 reti nelle ultime sei gare il valdostano in maglia gialla ha fatto fare Bingo alla propria squadra. Schizzata dall'ultimo posto in classifica, ad una quota salvezza più che ragionevole. Dietro, infatti, si dannano Torino, Bologna, Lecce e Reggina. Il Chievo affidato a Di Carlo, dunque, respira aria pulita, quella di una zona della classifica sempre tribolata, ma tutt'altro che disperata. E il merito - anche se nel calcio non possono essere solo i singoli a fare tutto - è proprio di questo valdostano col pizzetto. Nella Torino che lo vide cominciare la carriera con la maglia granata, tre gol a un certo Gigi Buffon. Prima una doppietta alla Lazio, nel palcoscenico esaltante dell'Olimpico. Poi, dopo la ripresa forte della propria squadra, nuovo exploit ieri, ancora contro il bianconero, stavolta del Siena. Il fatto è che i gol di Pellisier oltre ad essere pesanti, decisivi, sono pure belli. E allora la sua storia, quella di un professionista che dopo il Torino, il Varese e la Spal, ha trovato a Chievo il suo karma, merita di essere raccontata. Non sempre, infatti, nella provincia che approda alla serie A, c'è spazio e modo per trovare una collocazione nobile. Invece gli 11 centri finora in questa stagione, in una squadra che certo non fa del gioco offensivo la sua virtù, rappresentano un bottino notevole. Che diventa eccellente se 8 di essi realizzati nella fase più delicata e decisiva del campionato. Magari quella di Sergio Pellisier non è una storia da copertina; forse il suo fare centro con continuità non lo spingerà verso le nobili frontiere della nazionale di Marcello Lippi. Ma merita considerazione ed elogi. E non solo da parte dei pochi e logicamente innamorati tifosi del Chievo.