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È ora di trovare un soprannome anche a Juan

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Dueanni fa la Roma si è liberata a cuor leggero di Chivu, detto «Swarovski» per via della sua fragilità. Per coprire il buco al centro della difesa è arrivato dalla Germania il difensore del Bayer Leverkusen e della Seleçao. Giocatore affidabile fino al momento in cui ha messo piede Trigoria. Da due anni a questa parte Juan gioca a singhiozzo. Proprio come il romeno dell'Inter. Sembrava pronto per tornare nel derby e invece rimarrà a guardare anche domani pomeriggio quando Spalletti avrebbe un gran bisogno di lui viste le squalifiche di Mexes e Panucci. I numeri, mai smentibili, parlano chiaro: su 69 partite degli ultimi due campionati il brasiliano ne ha saltate 27, domani pomeriggio saliranno a 28 su 70. In Champions quest'anno le cose non sono andate meglio. Appena 298 i suoi minuti in campo sui 750 totali collezionati dalla Roma in otto gare. Un trend che ricorda quello di Chivu: in quattro stagioni con la maglia giallorossa, lui c'era solo 85 volte su 148 gare totali di campionato. La «sfida», tradotta in percentuali, è ormai quasi in equilibrio. Juan ha giocato il 60% delle partite contro il 57.4% del romeno. Sul rendimento di entrambi pesano soprattutto gli infortuni e non le squalifiche (con la Roma Juan è stato espulso soltanto una volta, Chivu due). Il primo stop di Juan in Italia risale ad agosto 2007, durante il riscaldamento per l'amichevole con la Juve a Cesena. Lesione al flessore e rientro 20 giorni dopo. Poi contrattura al polpaccio in nazionale, infrazione al piede durante la sfida col Torino in coppa Italia che lo ha tenuto fuori oltre un mese, quindi altri tre colpi sulla stessa caviglia, l'ultimo dei quali gli ha fatto concludere la scorsa stagione ad aprile. Quest'anno la musica non è cambiata. Dal risentimento accusato in Brasile ad inizio settembre fino agli infortuni muscolari a catena durante le partite contro Cagliari, Siena e Arsenal. Dovrebbe tornare a Firenze ma, visti i precedenti, a Trigoria non osano più scommettere sulla sua presenza. La società attribuisce le tante assenze alla sfortuna: lo testimonia il rinnovo di contratto fino al 2013 che deve essere solo annunciato.

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