Risse, polemiche. E la solidarietà?
Laraccolta in fondi, i soldi e i vestiti fuori dalla Curva Nord, 3 camion di acqua minerale dalla Sud, striscioni di solidarietà, le squadre abbracciate in mezzo campo e un minuto di raccoglimento degni di questo nome, senza applausi, ma un silenzio dignitoso, finalmente maturo. Poi, però, sulle palpebre di molti protagonisti cala il velo pesante del nervosismo. Il primo tempo si gioca anche sui nervi e ci può stare. Viene da chiedersi perché un uomo sempre attento ai «comportamenti» come Luciano Spalletti, capace di scuotere sportivamente la sua squadra finendo in mezzo al campo dopo il momentaneo 0-2, perda l'aplomb con Igli Tare, mentre se la prende con Morganti, quello di un altro rigore dubbio in un altro derby. Nervi scoperti. Frasi non degne di una divisa sportiva e l'espulsione con Tare. Proprio lui, lo Spalletti del minuto di raccoglimento preteso in conferenza stampa alla vigilia del derby a Trigoria, dà il cattivo esempio. A una squadra, la Roma, già enormemente nervosa - record di espulsioni con sette gare ancora da giocare - perde le staffe perché Tare si intromette nella discussione con Moranti. Quell'espulsione svuota la Roma. Era stata gagliarda fino al termine del primo tempo. Aveva sfiorato l'impresa di un pari, dopo 180 secondi iniziali di black out. Dopo, invece, dopo quella gazzarra nel tunnel durante l'intervallo, un'altra squadra. Svuotata, ancora più nervosa se possibile. E ci si chiede perché, dopo averne viste tante, a 36 anni, Panucci debba dare un buffetto a Lichsteiner dopo un brutto fallo a Pandev e perché i due debbano fare i galletti, fronte contro fronte. Così, anche la Lazio che ha ormai in pugno il suo derby della resurrezione calcistica, perde le staffe. Brutte cose tra Mexes e Matuzalem, e tutti gli altri in mezzo, tra spintoni e parole grosse. Altri cartellini rossi, corollario di un derby dove l'agonismo, l'orgoglio e la determinazione vengono scambiate per isteria, comportamenti sopra le righe. Così alla fine, anche tra chi era stato impeccabile tra striscioni, solidarietà e ineccepibile critica nei confronti di chi specula sulla tragedia dell'Abruzzo, giornalisti compresi, spuntano fuori i soliti violenti, con la gazzarra che si spinge anche fuori dall'Olimpico. Peccato. L'occasione di un derby impeccabile per molti è stata persa.