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Vietato sbagliare: Rossi all'ultimo giro

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Il campionato ormai è già finito per colpa di un girone di ritorno da media retrocessione e allora in questo derby c'è la voglia di restituire ai rivali cittadini lo sgarbo dell'andata quando la Lazio arrivò a quella sfia con 14 punti di vantaggio ma regalò il primo tempo e la partita agli avversari in quel momento in crisi di identità e di gioco. E poi bisogna ritrovare il gol che manca da 295 minuti (l'ultimo a Napoli di Rocchi) Oltretutto Rossi (oggi per lui 500 panchina da professionista) spera anche di vincere il suo terzo derby su otto e chiudere il bilancio con Spalletti alla pari. Un'impresa difficile ma non impossibile se Rossi ritroverà la squadra brillante e convinta di inizio stagione che con quel fuorviante avvio sembrava avviata a una stagione da protagonista. Serve un acuto per presentarsi alla semifinale di coppa Italia contro la Juventus per difendere il vantaggio minimo acquisito nella gara d'andata. Il 22 aprile si deciderà il destino del tecnico che anche entrando in finale della coppa nazionale potrebbe lo stesso perdere la panchina biancoceleste. La situazione è nota, contratto in scadenza a giugno mai rinnovato nonostante le ripetute parole di stima di Lotito. Quindi, serve un miracolo, un «double» come dicono gli inglesi: vittoria nel derby e bis in finale di coppa Italia con posto in Uefa raggiunto senza chiedere aiuti a nessuno per rimettere in gioco il suo futuro e quello di molti giocatori della Lazio. Altrimenti, quello di oggi sarà il suo ultimo derby, una sfida che lui conosce molto bene tanto da ripetere ogni volta le stesse cose alla vigilia delle stracittadine (alla vigilia è rimasto in silenzio): «Il derby a Roma è un campionato nel campionato, dove la classifica non c'entra. Ha tali motivazioni che i valori vengono azzerati: vincerà la squadra con nervi più saldi che preparerà la partita con meno emotività. Di solito nel derby non vince chi gioca meglio». E di certo la sua settimana, come della squadra, non è stata tranquilla. Il ritiro, il primo della sua gestione ha lasciato il segno su una squadra che ha sbagliato sempre gli appuntamenti decisivi di questa stagione. Ieri la rifinitura a Formello per ritrovare la carica giusta in vista della madre di tutte le partite. Ma, a prescindere dal risultato di questo Lazio-Roma, Delio rimarrà per sempre nella storia dei derby per quel mitico tuffo del Fontanone del Gianicolo e perché quel derby vinto 3-0 dalla sua Lazio il 10 dicembre del 2006 resta ancora il successo pù largo in campionato sugli odiati cugini. Come resterà anche la corsa verso la Nord dopo il successo conquistato l'anno passato all'ultimo respiro dopo la prodezza di Behrami e una gara dominata dall'inizio alla fine.

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