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Scudetto nerazzurro blindato

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Unabella partita dell'Udinese non vale, al tirar delle somme, una mezz'ora di Ibra: a lungo, come i compagni, in preda al sopore indotto dal mezzo passo falso della Juve, poi primattore assoluto, con l'azione che ispira lo sciagurato autogol di Isla e con un assolo prodigioso. E così l'Inter va a più nove, scudetto blindato, qualche apprensione per l'infortunio a Julio Cesar, solita prova di carattere, Chivu torna protagonista. Conforto spirituale per Mourinho, il freno alla serie di vittorie juventine, partire per Udine a più sei aveva indotto serenità. Omaggio al Chievo, che nelle ultime tredici partite ha perso soltanto quando è stato scippato dalla Fiorentina. Di Carlo sta riproponendo l'immagine dell'era Delneri, quando sulla Verona di quartiere si era accentrata la simpatia di tutti gli appassionati, al di là degli umori imposti dal campanile. Aver fatto tremare la Juventus, averla ripresa dopo avere sofferto rimonta e sorpasso, è un quasi miracolo, legittimato però dal gioco. Fossilizzata la zona Champions, a tutto vantaggio di chi sta avanti, qualche apprensione in più per la Roma. Vittorie legittime per Fiorentina e Genoa su campi insidiosi per differenti motivi, bene i viola, l'episodio decisivo a loro favore (rigore e rosso) premia comunque la squadra che aveva gestito meglio il match. A Reggio ennesima intuizione felice di Gasperini, gli spazi concessi alla fantasia con i cambi nel finale determinano la conferma di quel quarto posto dal quale rimane a cinque lunghezze la Roma, attesa da un derby che la Lazio, ferita a Siena e poco reattiva alle sferzate di Delio Rossi, giocherà con raddoppiato furore agonistico. Non so quanto ne alzerà il tono morale il ritiro immediato con silenzio stampa, imposto dal presidente, sulla brutta prova in Toscana pesano anche le incertezze di molti su un futuro personale tuttora nebuloso, preludio di possibili partenze significative. Di enorme peso, come aveva avvertito Spalletti, la vittoria su un Bologna che all'Olimpico ha esibito valori superiori alla sua allarmante classifica. Ha deciso, per l'ennesima volta nella storia romanista, il ritorno del capitano: due gol dal dischetto, ma soprattutto una continuità e una prova di forza delle quali era arduo fargli credito dopo la lunga pausa. Lamentava altre assenze, la Roma, alle quali porre rimedio, ma almeno ha ritrovato, con Perrotta, un centrocampo di livello. segue a pagina 20

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