Lazio che vergogna
Umiliati da Maccarone. Pure il Siena (e sono tredici ko) batte senza problemi la Lazio e avvicina l'obiettivo salvezza. Apre Calaiò, chiude l'attaccante più amato dalla tifoseria toscana. Con una semplicità imbarazzante, senza che la sconclusionata banda di Rossi riuscisse a costruire un'azione degna di nota. Inutile parlare d'Europa, di rimonta in campionato, questa Lazio rischia di peggiorare il tristissimo dodicesimo posto dell'anno passato. I tremila tifosi biancocelesti, che pure avevano invaso Siena, tornano a casa con le orecchie gonfie per i cori di scherno dei dirimpettai. Un dominio totale degli avversari che ha scatenato la legittima protesta dei laziali: «Andate a lavorare», «mercenari» e «Rossi vattene», gli slogan più gettonati a sei giorni da un derby che può rendere solo meno amara una stagione vergognosa. Anche una vittoria nella stracittadina non cancellerà lo scempio a cui sta assistendo la tifoseria biancoceleste. Errori della proprietà nella scelta dei giocatori e nella conferma di un tecnico rimasto solo per risparmiare i soldi di un altro anno di contratto, clamorosi abbagli dell'allenatore nelle scelte e nella gestione del gruppo: una vergogna. I numeri sono imbarazzanti: terza sconfitta consecutiva (contro Chievo, Catania e Siena, mica il Manchester United) senza segnare nemmeno un gol, dieci punti conquistati nelle undici gare del girone di ritorno ormai diventato un vero e proprio calvario. Si avvicina la «via crucis» in vista della Pasqua e francamente la gente laziale eviterebbe un'altra «stazione» sabato pomeriggio nel derby. Ma, se le premesse sono queste, meglio sperare di salvare l'onore contro i cugini piuttosto che sognare chimere. Anche a Siena i biancocelesti sono stati dominati da Vergassola, Codrea e Galloppa. Il centrocampo toscano ha trovato praterie per inserirsi con il solo Ledesma che ha cercato di oppore una minima resistenza. Ridicola l'azione del primo gol: Meghni tenta l'ennesima inutile piroetta, resta a terra, il Siena prosegue, lancio di Vergassola per Calaiò che scherza con Cribari e fa secco Muslera. Lo stesso Calaiò nella ripresa sbaglia il raddoppio prima di lasciare la scena al miglior giocatore in campo che ha sfruttato la disattenzione di Siviglia e l'uscita maldestra di Muslera per chiudere il conto. Rossi ha sbagliato tutto, a cominciare dal modulo e dalla scelta di schierare Meghni sulla fascia destra oltre che riproporre Mauri dopo tanti flop nelle precedenti occasioni. Gli ingressi di Foggia e Pandev sono apparsi tardivi ma non hanno prodotto nulla in una partita che la maggior parte dei calciatori hanno giocato senza grinta. E ora si fa davvero dura. ed è inutile pensare alla semifinale di coppa Italia perché servirà un colpo di fortuna per riuscire a centrare almeno questa traguardo. Progetto fallito, finito, distrutto.