Melbourne non finisce mai Trulli torna sul podio
La Formula Uno è sbarcata in Malesia ma il Gran Premio d'Australia non è ancora finito. L'ennesimo scossone alla classifica finale di Melbourne l'hanno dato i commissari di gara Fia, che hanno squalificato Lewis Hamilton e la McLaren e restituito il terzo posto alla Toyota di Trulli. Alla base della riapertura del caso ci sarebbe l'acquisizione di nuove prove - in questo caso le conversazioni via radio tra il pilota inglese e i box - che dimostrerebbero come il sorpasso di Trulli in regime di Safety Car, negli ultimi giri del Gran Premio, sia avvenuto solo perché Hamilton aveva rallentato vistosamente e si era portato al lato della pista. Significa anche, in pratica, che Hamilton e la McLaren avevano spudoratamente mentito quando, al termine della gara, erano stati convocati dai commissari di gara. Di qui la squalifica del pilota e del team, estromessi dalla classifica finale. Trulli, visibilmente soddisfatto, ha parlato di una Fia «coraggiosa e che ha recuperato credibilità tornando indietro su una decisione chiaramente ingiusta. Quando ho superato Hamilton andavo a 80 km/h, lui sembrava non riuscire a star dietro neanche alla Safety Car. Ora potrò portare ai miei figli la coppa che avevo promesso loro». Una gioia comprensibile, ma resta ancora una volta l'impressione di un Mondiale che si gioca molto di più tra ricorsi e decisioni a tavolino più che in pista. Viene da chiedersi perché, poi, quelli della Toyota mercoledì avessero ritirato se erano così convinti di avere ragione. Per eventuali altri colpi di scena è tutto rimandato al 14 aprile, quando la corte d'Appello della Fia dovrà decidere sulla regolarità dei diffusori di Brawn, Toyota e Williams. Anche se, almeno in quel caso, l'impressione è che la faccenda si chiuda con una generale assoluzione. Le reazioni della McLaren dal paddock di Sepang (all'albga di oggi le prime due sessioni di libere) sono state affidate al boss della Mercedes Motorsport Norbert Haug: «Sono scioccato dalla portata della sanzione ma non presenteremo ricorso», ha detto. La scuderia non ci ha fatto una bella figura, così come Hamilton, che già non vantava molte amicizie in gruppo e adesso è passato pure per bugiardo. Anche per questo Haug ha voluto chiudere subito la questione. «Adesso dobbiamo concentrare i nostri sforzi sulla Malesia. Il Gp d'Australia è finito». Sicuro?