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BARI Applausi, battute, sorrisi e tanta emozione: Giovanni Trapattoni presenta Irlanda-Italia.

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InIrlanda, grazie al positivo cammino nel girone eliminatorio, il Trap è diventato una sorta di Obama, l'uomo della speranza. Al punto che l'hanno trasfigurato sulle magliette con l'icona dell'ex senatore dell'Illinois e la scritta «Hope». E lui ricambia queste dimostrazioni di affetto: «Quando ho scelto questo incarico sono state determinanti le caratteristiche di questo popolo. Avevo avuto come giocatori Liam Brady e Robbie Keane. Italiani e irlandesi sono due popoli simili, che si stimano». Adesso, dopo aver visto sfumare in extremis la vittoria interna con la Bulgaria, il Trap ha voglia di girare subito pagina. «Il risultato non ci è piaciuto. In casa - ha affermato - bisogna sempre vincere. Potevamo vincere, anche segnando nel finale dopo il pari dei bulgari, ma adesso è necessario cambiare mentalità e concentrarsi sull'Italia». La sua mentalità è un mix di realismo ed ottimismo: «Sarà una sfida tra Davide, l'Irlanda, e Golia, l'Italia. Ma dal momento che non pensavamo all'inizio della stagione di fare così bene, perchè il nostro girone è molto impegnativo, ora dobbiamo pensare a puntare in alto». A chi gli prefigurava un possibile successo contro l'Italia come il più importante della carriera Trapattoni ha replicato: «Ho avuto tanti altri successi in carriera... Cosa farò all'inno italiano? È quello del mio Paese, ma mi emozionerò per quello dell'Irlanda». Quindi, da Bari, non poteva mancare un accenno a Cassano. «Credo sia da Nazionale ma, in ogni caso, gli allenatori scelgono secondo le proprie convinzioni», afferma il tecnico lombardo, ricordando che fu proprio lui a farlo esordire in azzurro agli Europei. «L'ho trattato come un figlio - ha detto - e lui ci ha ripagato con grandi giocate in Portogallo». «Le polemiche di questi giorni non saranno un vantaggio per l' Irlanda - ha poi aggiunto riferendosi all'esclusione del fantasista barese dalla lista di Lippi - perchè gli italiani tiferanno per la propria Nazionale. Del resto, anche a me è capitato di trovarmi in una situazione simile per le convocazioni in azzurro».

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