Quella crisi senza fine degli azzurri
Untraguardo ovviamente minimo considerata l'ormai cronica penuria di tennisti di buon livello internazionale. Ebbene negli ultimi due importanti tornei, quello di Indian Wells già andato in archivio e quello di Miami in corso di svolgimento, malgrado i tabelloni di 96 anziché 128 giocatori ed un inizio posticipato al giovedì rendessero più facile da raggiungere il famoso traguardo della seconda settimana (bastava superare i primi due turni) la presenza italiana nei due eventi si è esaurita in pochi giorni. Riassumo. Ad Indian Wells fuori al primo turno Bolelli contro il francese Gicquel, fuori al secondo turno Starace (contro il francese Mathieu) e Seppi (contro lo svizzero Wawrinka). A Miami fuori al primo turno Bolelli (contro il russo Gabashvili) e Starace (contro l'italo-argentino Vassallo), fuori al secondo turno Seppi, contro il solito Wawrinka. Totale tre sconfitte al secondo turno ed altrettante al secondo turno, bilancio reso ancora più negativo dalle sconfitte nelle qualificazioni di Fognini e Cipolla che le avevano tentate. Come ad Indian Wells il tennis italiano rimane aggrappato a Flavia Pennetta che avrà tentato la notte scorsa di raggiungere il quarto turno contro la Mauresmo. Prima ancora della conclusione del circuito americano ed in attesa che il grande tennis si trasferisca sulla terra battuta europea si può concludere che la partenza di questa stagione non consente grandi speranze al nostro tennis. Né vale la considerazione che i primi tornei si sono quasi tutti giocati sul cemento perché da qualche tempo è dimostrato che per essere competitivi nel tennis moderno bisogna esserlo su tutte le superfici. Inoltre tra i nostri giocatori il solo Starace si può considerare, purtroppo a livelli modesti, uno specialista della terra battuta, Bolelli e Seppi hanno caratteristiche e rendimenti abbastanza simili su ogni superficie. Tra le note negative la conferma della crisi della Schiavone,ormai scesa al di sotto del quarantesimo posto. Speriamo che Francesca ritrovi la forma migliore, come spesso le è successo in Fed Cup nel difficile ma non impossibile confronto contro le russe.