Silenzio
ParlaDoni. Dal ritiro della Seleçao a Teresopolis arriva un messaggio che non lascia spazio ad interpretazioni diverse. Il portiere ha un unico desiderio: restare a Trigoria. E, qualora si prospettasse il contrario in un futuro a breve termine, non sarà lui a chiedere la cessione. La presa di posizione del brasiliano arriva proprio nel momento in cui il rapporto con il club giallorosso sembrava aver preso una brutta piega. Alla vigilia del doppio impegno del Brasile (domani contro l'Ecuador e mercoledì con il Perù) ha voglia di mettere le cose in chiaro. «Sto bene a Roma e non ho alcuna intenzione di lasciare questa squadra» ci ripete con fermezza Doni, che così prova ad allontanare in un colpo solo il segnali di un suo malumore e le «sirene» inglesi: il Manchester City sarebbe pronto ad offrire 14 milioni di euro per portarlo in Inghilterra. Neanche la tentazione di sbarcare nel campionato più ricco del mondo sembra scalfire le certezze ritrovate dal portiere. «Se dipendesse da me - prosegue il numero 32 giallorosso - resterei a lungo a Roma. La città e la squadra mi piacciono, ho un ottimo rapporto con Spalletti e i compagni. Anche la mia famiglia si trova benissimo, quindi non vedo perché dovrei cambiare». Ma di fronte ad un'offerta irriunciabile la società potrebbe vacillare, soprattutto se la squadra mancherà la qualificazione alla prossima Champions League. E quando si muovono gli sceicchi del Manchester City il prezzo lo fa sempre il venditore. «Non ho mai sentito nessun dirigente del club inglese - precisa Doni - il loro ipotetico interesse nei miei confronti l'ho letto sui giornali. È chiaro che il mio futuro lo deciderà la Roma, ma io posso dire già da ora che non farò mai nulla per andarmene». Se fosse la società a chiederglielo? «In quel caso dovremmo metterci seduti a tavolino e parlarne, partendo dalla mia posizione che adesso spero sia chiara: voglio restare e sono pronto a ribadirlo a chi di dovere se ce ne fosse bisogno». Il suo procuratore ha già avuto un confronto con Bruno Conti dopo che il portiere si era infastidito per alcune critiche ricevute durante questa stagione. Avrebbe gradito che qualcuno a Trigoria avesse preso le sue difese con più forza. Questione di riconoscenza. Doni la prova verso la Roma, trampolino di lancio verso la nazionale verdeoro, ma pensa di meritarsela a sua volta: per tutto l'anno ha dovuto stringere i denti per giocare sempre e comunque nonostante i tanti infortuni. Tra il ginocchio malandato (ha un buco sulla cartilagine), la spalla e la schiena dolorante non è riuscito ad allenarsi con continuità e a esprimersi ai livelli delle sue prime stagioni in giallorosso. La partita con la Juventus è stata solo l'ultima di una lunga serie in cui ha avuto la certezza di scendere in campo pochi minuti prima del fischio d'inizio. La Roma non ha dimenticato i suoi sforzi e Bruno Conti ha ribadito al procuratore la piena fiducia nel portiere. Che ora, a sentirlo parlare, sembra aver superato il momento più difficile.