Lippi, tensione mondiale
Il Montenegro sogna, l'Italia litiga per Cassano: la situazione psicologica alla vigilia della sfida in programma nello stadiolo di Podgorica (11.500 posti) è opposta, ma visti i precedenti non è detto in chiave azzurra che sia un fatto negativo. Perché il revival di arrabbiatura regalato ieri da Marcello Lippi alla stampa sa di sindrome da accerchiamento mondiale. Quel particolare stato d'animo che ai tempi di calciopoli cementò un gruppo e fece crescere le motivazioni emotive fino ad arrivare al successo di Berlino. E Lippi sa che il Montenegro, privo di Vucinic (squalificato) e con Jovetic unica stella, di stimoli potrebbe non fornirne a sufficienza. Così a scuotere gli animi ecco un pò di bagarre dialettica con i giornalisti e un fantasma (Cassano) da esorcizzare. «Ogni ct - spiega - ha la sua croce: io non me la prendo per questo anche se faccio sommessamente notare che quando qualche mio predecessore ha ceduto all'opinione pubblica il risultato migliore sono stati gli ottavi di finale. Semplicemente non spiego certe esclusioni perché se lo facessi il casino sarebbe peggiore e non ne usciremmo più». Vorrebbe parlare di più dei montenegrini e meno dei calciatori baresi, il ct: ma ammette di ricordare solo qualche nome di giocatore avversario, oltre Vucinic e Jovetic. «Ma come tutti gli slavi hanno buona tecnica e giocheranno la gara della vita». «E noi? - gli chiedono - non soffriamo la carenza di leader?». «Non scherziamo - replica - abbiamo Buffon, Zambrotta, Cannavaro, De Rossi e Pirlo. Questi sono veri leader, giocatori che si sacrificano per la squadra. Altri invece sono galli nel pollaio». Non lo nomina, Cassano. Ma è quasi come se lo facesse. Ed a proposito di squadra, pur senza ufficializzarla, rivendica la scelta di Iaquinta prima punta. «Ha giocato tanti anni in quel ruolo, cosa c'è di strano?». A formare il tridente offensivo con lo juventino ci saranno Di Natale e Quagliarella, mentre a centrocampo a comporre un trio inedito ci saranno Palombo, Pirlo e De Rossi. In difesa, davanti a Buffon, Zambrotta a destra e Grosso a sinistra con Cannavaro e Chiellini centrali. «Noi non vogliamo fare calcoli - spiega Lippi - cerchiamo i tre punti e ne cercheremo altrettanti a Bari. L'Italia è sempre ai vertici del calcio, con la sua nazionale maggiore ma anche con l'under 21, che è fantastica, e l'under 17». A proposito dei giovani, il ct chiude con parole dolci per i tre neconvocati: «Motta, Bocchetti e Pazzini non giocheranno ma prima o poi loro faranno parte della nazionale». Loro, e non altri: buoni a detta del ct solo per le «baruffe nel pollaio». Ed anche stavolta forse a Cassano saranno fischiate le orecchie.