Stai Mou-to!
Tre parole: quel «vedremo» di Ibrahimovic nel dopo gara con la Reggina e l'uscita di Mourinho su Ancelotti, definito «senza dignità» perché si fa dettare la formazione da altri, ossia da Berlusconi. Tre parole che riaprono l'oceano delle polemiche nerazzurre dopo tre gol che hanno ri-chiuso il campionato. All'Inter è così. E allora il Mourinho incendiario nei confronti dei colleghi allenatori deve diventare pompiere per tenere buono un Ibrahimovic nervoso e stufo, ma soprattutto per tenerselo stretto. «Lo convincerò io a restare - spiega Mou da Lisbona, dove ieri ha ricevuto la laurea honoris causa in scienze motorie -. La sua è più una cosa esterna che interna allo spogliatoio. Capisco la sua frustrazione: tutti siamo delusi per l'eliminazione dalla Champions io guardo solo al benessere del calciatore, che peraltro vedo molto motivato e ha ora uno stimolo in più per vincere la classifica dei cannonieri». E poi, ricorda sempre Mourinho, ha già convinto Deco a rimanere al Porto nel 2003, promettendogli che avrebbero vinto la Champions l'anno seguente: cosa che poi incredibilmente avvenne. E allora forse farebbe bene a cercarsi una frasetta stimolante, per una volta in positivo, anche per i suoi colleghi, scocciati a dir poco dal suo attacco ad Ancelotti e alla categoria. Che stavolta non gliela lascia passare, l'ennesima provocazione. «Ha pisciato fuori dal vaso», sbotta Ulivieri, mentre per un normalmente pacatissimo Allegri «le sue dichiarazioni sono state patetiche: interessarsi degli altri allenatori è una mancanza di rispetto». Donadoni invece lo accusa di «poca eleganza e poca educazione. Ha voluto buttar lì un'altra frase ad effetto, ma stavolta va a suo discapito». Pazienza finita, insomma, nei confronti di chi si sente sempre in dovere di pontificare sull'operato e la condotta di tutti. E al quale è rimasto al fianco un solo difensore, peraltro d'ufficio. «Al di là della polemica divertente con Ancelotti - sostiene il Massimo Moratti - gli altri stanno rispondendo a Mourinho in maniera seriosa a un'affermazione che era invece a difesa della dignità degli allenatori. E' una moda arrabbiarsi con lui, ma io non li accontento: resta all'Inter». Peraltro Moratti, dopo anni di bufere interne e non, del far da mediatore ormai più che una professione ne ha fatta una missione. E allora la parola buona la trova anche per quell'Ibra che «è in un momento di sbandamento dovuto alla rabbia che ha anche lui per l'eliminazione dalla Champions League, che poi è anche la mia». Ma comunque a lui «fa più piacere pensare ad un'Inter con Ibrahimovic, mi riesce difficile pensare a una squadra senza di lui». Anche se anni di esperienza, e Ronaldo, gli hanno insegnato che «tutti i calciatori hanno un prezzo. Non stiamo cercando un acquirente per Ibra, se poi dovesse capitare vedrò». A lui però ricorda che «magari poi va via e la Champions la vinciamo noi dell'Inter...Nella vita qualche volta si cambia e poi ci si pente». Come dire: attento, di Shevchenko non ce n'è solo uno. Di Cambiasso invece sì, e l'Inter gli ha prolungato il contratto fino al 2014. Un gesto di fiducia reciproca. Quello che, dopo avergli teso la mano, ora l'Inter si attende anche da Ibrahimovic.