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Confermato Abete Si riparte dagli stadi

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FIUMICINOMai elezione fu più scontata. Giancarlo Abete, candidato unico, guiderà per altri quattro anni la Federcalcio, forte del plebiscito (oltre il 98% dei voti) ottenuto nell'assemblea elettiva della Federazione tenutasi all'Hilton Airport Hotel di Fiumicino. Il mondo del calcio si è schierato compatto dietro Abete. Dalla Lega di Matarrese ai Dilettanti, dagli allenatori agli arbitri. Tutti hanno appoggiato il programma del presidente uscente, che ha tre priorità fondamentali: ammodernamento degli stadi, lotta alla violenza e trasparenza dei bilanci. Certo, se poi dalle linee guida si passa alle singole decisioni, vengono fuori le prime fratture. Come quella sulla valorizzazione dei vivai, da perseguire con l'inserimento obbligatorio dei primavera in squadra secondo il presidente della Lega Pro Macalli, in totale disaccordo con l'avvocato Grosso, rappresentante dell'Associazione Calciatori, che ritiene inutili obblighi e divieti. Piccole divergenze che verranno discusse in Consiglio federale, ma che non hanno assolutamente leso il consenso plebiscitario per Abete. Il presidente, per l'occasione, ha tracciato un bilancio dei suoi primi due anni al vertice della Figc, da quando, il 2 aprile 2007, venne chiamato a gestire la difficile transizione del dopo calciopoli. E le cifre sottoposte all'assemblea dimostrano la bontà del suo operato: aumento degli spettatori in serie A (in B, invece, la tendenza è opposta), calo della violenza negli stadi (ottenuto, però, non in virtù di una nuova "educazione sportiva", ma solo con il taglio delle trasferte), buoni risultati nella lotta al doping. La sfida per il prossimo mandato, invece, è sugli stadi. «Vergognosi», li ha definiti Matarrese. Una sfida che si incrocia con la candidatura a Euro 2016, perché Abete sa bene che, in mancanza di uno stimolo esterno, difficilmente il sistema calcio troverà da solo la forza per sobbarcarsi il cambiamento. E poi c'è la crisi, grande incognitè anche per il calcio. La recessione è risuonata in tutti gli interventi dell'assemblea. Tavecchio, capo della Lega Dilettanti, teme la fuga dei presidenti, spaventati da costi sempre più alti. Grosso chiede che anche in tempi di magra non sia cancellato il fondo di garanzia per i calciatori disoccupati. Il modo in cui saranno affrontate queste problematiche segnerà l'esito dell'Abete bis. Il presidente dopo l'elezione si è limitato a ringraziare tutto il mondo del calcio per la fiducia rinnovatagli e a rispondere alle provocazioni della stampa inglese sulla finale Champions a Roma: «Dobbiamo assolutamente respingere al mittente questa logica di penalizzazione e mortificazione del Paese. Nessuno dovrebbe dare lezioni agli altri». Infine, Abete ha auspicato che il 3 aprile, alla prima riunione del nuovo Consiglio federale, possano essere seduti anche i rappresentanti di Lega, ancora alle prese con il rinnovo dei vertici. Una Figc che chiede «di fare squadra» non può ignorare le tensioni in nessuna delle componenti del mondo calcio: «La Lega deve risolvere i suoi problemi, speriamo lo faccia entro il 31 marzo. Se così non fosse, la situazione dovrà essere valutata attentamente». E non si esclude il rischio commissariamento.

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