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Rossi: "Esame di maturità"

Delio Rossi

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La Lazio cerca punti preziosi per un rilancio definitivo in classifica: il calendario sembra favorevole, l'avversario di turno - almeno guardando le statistiche - un pò meno. All'Olimpico arriva il Chievo che nelle ultime sei sfide nella capitale è uscita sconfitta solo in un'unica occasione. Era il 5 ottobre 2003, la Lazio si impose grazie a un gol di Mihajlovic. Era il giorno della maglia unica, con gli spalti colorati con i colori del cielo e un presidente fiero e sorridente in tribuna: Ugo Longo. «Sarà un motivo in più per cercare di ricordare nel migliore dei modi un grande laziale e un grande personaggio - ha dichiarato il capitano Rocchi - siamo tutti vicini alla famiglia, siamo dispiaciutissimi». La Lazio giocherà con il lutto al braccio per ricordare l'ultimo presidente vincente della storia della Lazio, un uomo capace di traghettare con il sorriso sulle labbra la società in un momento tra i più drammatici della storia. I biancocelesti cercheranno di onorare l'impegno in una domenica che potrebbe segnare un ulteriore avvicinamento alle dirette antagoniste per l'Europa. Soliti dubbi di formazione per Delio Rossi che ieri è stato «costretto» a svolgere l'allenamento di rifinitura allo stadio Olimpico per sposare un'iniziativa commerciale. «In questa vigilia si parla di tutto tranne che della partita con il Chievo - afferma Rossi - è una partita che dovremo prendere con le molle: abbiamo tutto da perdere». Il punto interrogativo nello schieramtno iniziale riguarda principalmente Matuzalem, che ieri si è fermato durante l'allenamento: il giocatore è stato comunque convocato e dovrebbe partire dal primo minuto. In avanti ballottaggio tra la punte: i favoriti sembrano Zarate e Pandev. Ma Rocchi, dopo la doppietta di domenica scorsa, chiede spazio. «Sono curioso di vedere quanto sia effettivamente cresciuta questa squadra - ribadisce l'allenatore - da qui alla fine ogni partita sarà una finale. Contratto entro fine aprile? Il rinnovo è l'ultimo dei miei pensieri - conclude Rossi - qui in Italia sono i risultati a disegnare le strategie, e questo non mi piace. Dovrebbe essere il contrario».

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