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Le strategie fanno sempre la differenza

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Orache abbiamo perso, dobbiamo domandarci perché. Mi riferisco, ovviamente, al triplice confronto italo-inglese che ci ha brutalmente esclusi dalla fase finale della Champions. Prima di procedere penso che sia doveroso accettare la sconfitta. Credo lo si debba fare anche se la Roma ha perso solo ai rigori. Tuttavia bisogna ammettere che a Londra il punteggio avrebbe potuto essere più severo per i giallorossi. Una regola piuttosto superficiale ma che ha ugualmente un fondo di verità dice che in questo tipo di competizione è fondamentale realizzare una o più reti in trasferta. Ed è questa regoletta che ha condannato le nostre squadre che nelle tre trasferte hanno subito quattro reti senza realizzarne una. In casa, invece, abbiamo segnato tre reti e ne abbiamo subite due. Il totale è di 3 reti italiane contro sei inglesi, un verdetto abbastanza chiaro e quindi accettabile. A monte di tutto questo c'è che anche nell'edizione precedente il calcio inglese ci aveva superati. Vorrei esaminare i due movimenti, il nostro e quello britannico, sul piano che conosco meglio, quello dell'organizzazione generale e della programmazione. Credo che proprio sotto questo aspetto il calcio inglese sia più avanti del nostro. Basti contare quanti sono i club inglesi che giocano su un campo di loro proprietà. Volendo semplificare da noi si preferisce investire su un giocatore, loro danno la precedenza, come ha fatto l'Arsenal, al problema dello stadio. E' proprio in questo settore che siamo molto indietro se è vero che nessuna squadra italiana di serie A o B ha un campo di proprietà. A Roma il Coni difende l'Olimpico ma solo la Lazio insiste per la costruzione di un nuovo impianto, l'impressione (che mi auguro sbagliata) è che la Roma si accontenterebbe di qualche miglioramento senza considerare che mettere mano su un impianto esistente costa quasi di più che costruirne uno nuovo. E' probabile che al tifoso questi ragionamenti sembrino secondari ma una sana programmazione deve considerare prioritario il problema dello stadio.

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