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La Roma incerottata fa visita alla Sampdoria In quattromila a Trigoria caricano la squadra

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.Trigoria è invasa, ma non c'è una vittoria da festeggiare. È il gesto spontaneo di una tifoseria unica al mondo, capace come nessun'altro di avvicinarsi ai suoi beniamini nei momenti più duri. Lo ha fatto dopo lo scudetto perso all'ultimo assalto l'anno scorso, ieri un'altra dimostrazione di fedeltà a tre giorni dall'ingiusto verdetto dei rigori di Champions. I tifosi si sono dati appuntamento attraverso le radio, il raduno di massa è iniziato alle 9 del mattino per ringraziare la squadra dopo la prova d'orgoglio fornita contro l'Arsenal e spingerla nella rincorsa al quarto posto che ricomincerà oggi pomeriggio a Genova contro la Sampdoria. «11/3/09 il vostro coraggio premiato, per noi nessuno ha sbagliato» c'è scritto su uno striscione che sintetizza lo spirito della giornata. In un paio d'ore arrivano tremila persone, c'è chi dice quattromila. Il traffico su via di Trigoria si paralizza, costringendo i vigili urbani a transennare la strada che porta fin dentro il centro sportivo giallorosso. Macchine parcheggiate ovunque, bandiere, fumogeni, tanti bambini emozionati. I giocatori arrivano uno dopo l'altro, i «nuovi» strabuzzano gli occhi. Tonetto è addirittura costretto a lasciare la macchina sul ciglio della strada: ormai il fortino romanista si può raggiungere solo a piedi. La società ha aperto i cancelli per consentire l'«abbraccio» tra la gente e la squadra. I tifosi circondano il campo B, dove la squadra al completo è arrivata per il saluto, prima che i tanti infortunati si defilassero e i «superstiti» preparassero la partita di domani con Spalletti. Durante l'allenamento cori per tutti, con un occhio di riguardo a Riise. Dopo la splendida prova da centrale difensivo di mercoledì il norvegese è diventato un idolo. Sorride, canta, salta mentre i romanisti lo incitano da bordo campo. È poi Spalletti a raccontare le emozioni di una mattinata indimenticabile. «Non mi era mai capitata una cosa del genere. La nostra gente - sottolinea il tecnico - ha dato un segnale importantissimo. Non solo per i miei giocatori, ma per il calcio in generale. Questi tifosi meritano soddisfazioni pari all'amore che hanno per la Roma». Applausi dopo una sconfitta: nel calcio sembra fantascienza. Non a Roma, capace di riempire il cuore di Spalletti. «Arrivare con più tranquillità - continua - ad alcune partite può dare un contributo importante ai fini del risultato. Ho detto alla squadra che non rimpiangeremo mai un risultato, ma sempre quei momenti dove è mancato il coraggio di osare. E noi questo non l'abbiamo fatto. Per cui non devono avere nessun rammarico. La forza dimostrata con l'Arsenal ci deve servire come carica». Adesso undici finali per riprovarci l'anno prossimo in Champions. «Dobbiamo interpretare tutte le partite come se ci dovessimo qualificare ai quarti di finale. Mancano undici gare, si potrebbe dire che iniziano gli "undicesimi di Champions". Anche se abbiamo a che fare contro avversari fortissimi tipo Genoa, Fiorentina e la stessa Lazio, non ci saranno problemi se avremo lo spirito di mercoledì». L'allenatore si prepara ad affrontare senza nove titolari la Sampdoria. «Abbiamo sempre detto di avere una rosa folta, anche se ora qualche problemino numerico c'è. Quelli che hanno giocato di meno devono evidenziare in questi momenti che è stato giusto dar loro fiducia». I tanti, troppi infortuni li spiega così: «La preparazione non c'entra perché non bastano quei quindici giorni iniziali di lavoro per correre fino in fondo. Durante la stagione qualcuno deve giocare due gare ravvicinate, quindi costringi gli altri a forzare e quello che forza non riesce a recuperare. E poi - chiude Spalletti - c'è sempre l'importanza dei risultati». Che da oggi a fine anno decideranno il futuro della Roma.

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