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È Inzaghi l'antidoto alla crisi del Milan

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MILANOLa ricetta contro i mali rossoneri si chiama Inzaghi. È così anche nel presente di una squadra con tanti problemi, ma più vicina a chiudere una stagione difficile al terzo posto dopo la vittoria per 3-0 sull'Atalanta. La tripletta di Inzaghi dà ad Ancelotti tre punti fondamentali per un classifica che adesso vede la Fiorentina distante cinque lunghezze, così come sempre a cinque lunghezze è il secondo posto della Juve. Nel giorno di Beckham, che resterà a Milano fino al 30 giugno, era fondamentale vincere per non alimentare la contestazione dei tifosi espressa con striscioni. E la prestazione contro i bergamaschi non ha cancellato i dubbi sulla struttura di una squadra creata sulla carta per fare spettacolo, ma spesso messa in difficoltà da formazioni teoricamente molto più deboli. Così è stato anche ieri e lo stesso Ancelotti ha ammesso che «il risultato non spiega quello che è successo», visto che la vittoria larga nel punteggio è stata parecchio sofferta fino a quando i due gol di Inzaghi, poco prima della mezz'ora della ripresa, non hanno chiuso la gara. A ritmo blando, il Milan ha vinto grazie all'attaccante che ha toccato tre palloni e tre ne ha messi in rete. Andava fermata l'azione del primo gol al 7' dato che Pato era in fuorigioco sul cross di Beckham e poi, sulla respinta della difesa bergamasca, Jankulovski ha pescato Inzaghi in area e il suo sinistro non ha lasciato scampo a Consigli. Poi, dopo un paio di belle giocate di Beckham, a suo agio da trequartista, c'è stata quasi solo l'Atalanta. Abbiati ha vinto il confronto con Plasmati che per tre volte si è visto respingere in angolo il pallone dal portiere rossonero. Che ha compiuto il suo intervento più difficile su Guarente al 29' mentre Consigli ha dovuto solo fermare un tiro di Jankulovski. Nel secondo tempo, senza i suoi attaccanti, però, la squadra di Del Neri non ha prodotto granchè, a parte un destro di Ferreira Pinto fuori di un metro, e Pippo Inzaghi ha poi fatto pagare alla difesa nerazzurra tutti i suoi errori. È stato bravo l'assistente di Orsato che ha giudicato bene in entrambi i gol la posizione dell'attaccante rossonero che, sempre sul filo del fuorigioco, ha sfruttato gli assist di Pato al 26' e di Zambrotta al 29' per chiudere la partita. E per ribadire che, senza i vari Kakà, Ronaldinho e Seedorf, Ancelotti non può fare a meno di lui e dei suoi gol.

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