Poche scosse aspettando la Champions
Piccolopasso avanti giallorosso: poteva andare meglio, ma anche peggio. Protagonista la Roma, nel primo dello show in tre atti andato in scena in questo palpitante prologo della vicenda italo-inglese in Europa. Ha temuto, il popolo giallorosso, che l'Udinese potesse addirittura passeggiare sulle macerie di una Roma che, già alle prese con problemi infiniti, ha perduto presto Pizarro, poi è rimasta in dieci quando De Rossi è andato fuori di testa, assenza che peserà a Marassi dove mancherà anche Mexes, diffidato e ammonito. L'orgogliosa reazione dopo lo svantaggio, il solito gran gol di Vucinic, ma stranamente proprio l'inferiorità numerica ha invece consegnato la partita ai romanisti, Vincenzino Montella si è mangiato due gol fatti, occasioni anche per Vucinic che però il suo lo aveva fatto, i friulani scomparsi dal campo. Certo, serve poco il punticino in chiave Champions, però in attesa dell'Arsenal forse i segnali positivi, da Motta a Brighi, attenuano quelli negativi, l'impalpabile Menez, ma soprattutto Doni, che gioca terrorizzato da una condizione fisica non felice. Bene invece Panucci, ma lui mercoledì non potrà esserci. Rigori che vanno, rigori che vengono, onestamente clamoroso il mani di Mexes non visto da Tagliavento, non confortante neanche l'eccesso di nervosismo, innegabile che in questo momento i capricci della sorte non propizino serenità. Le buone notizie arrivano da Marassi, prima sconfitta interna per il Genoa, uno dei più diretti rivali per la Roma in chiave europea. Per l'Inter arriva invece la decima vittoria esterna stagionale, figlia di una gara interpretata al meglio tatticamente, ammirevole lo spirito di sacrificio esibito anche da giocatori di grande talento. La capolista perde i pezzi in difesa, già incerti per Manchester Samuel e Chivu, si fanno male Materazzi e Burdisso, un gigante Cambiasso davanti al solito Julio Cesar dei miracoli. Nonostante le baruffe verbali della settimana, Spalletti può soltanto ringraziare Mourinho.