La «pretattica» del portoghese figlia della paura
Perla verità anche un rigore non concesso all'Inter dall'arbitro Ceccarini in una partita giocata a Torino fino al più recente gol di braccio di Adriano nel derby milanese hanno scatenato le polemiche ma nel caso del rigore ottenuto da Balotelli le dimensioni hanno assunto proporzioni ben maggiori perché non si sono esaurite nell'ambito della moviola sollecitata fino alla noia, ma hanno avuto il seguito delle dichiarazioni più esplosive mai rilasciate da un allenatore. Rischio di andare un po' contro corrente, soprattutto nell'ambiente romano, affermando che la concessione del rigore è stata certamente un errore ma aggiungo che l'azione non era delle più facili da interpretare. Il problema però si complica ulteriormente se si gira la situazione e ci si chiede se in una ipotetica e identica situazione nell'altra area la decisione dell'arbitro sarebbe stata la stessa. In altre parole c'è il sospetto da parte degli osservatori neutrali e la certezza da parte di quelli di parte giallorosssa che l'arbitro Rizzoli, chiamato a decidere in un secondo abbia scelto a favore della squadra più importante. Josè Mourinho, pur essendo in Italia soltanto da qualche mese, ha immediatamente cavalcato la situazione a proprio favore e ne ha ricavato un'arringa a favore della propria squadra e del proprio lavoro. Ricordando che Roma e Milan sono molto dietro in classifica e probabilmente finiranno senza vincere nulla ha implicitamente detto che lui i buoni giocatori è capace di utilizzarli al meglio. Ho anche il sospetto che Mourinho abbia voluto alzare un polverone ben sapendo di essere alla vigilia di una partita (quella contro il Manchester United) che potrebbe dare un segno negativo alla sua stagione. Uno scudetto e una eliminazione in Champions costituirebbero lo stesso bilancio ottenuto nella stagione precedente da Roberto Mancini e Mourinho è ben consapevole di essere stato assunto per fare meglio, in altre parole per vincere la Champions. Non mi aspettereei decisioni clamorose dopo il deferimento di Balotelli, De Rossi e Mourinho che erano facilmente prevedibili e quindi inevitabili. Balotelli ha l'attenunate della provocazione ma lui è uno che la cerca, De Rossi ha ragione nella sostanza di quello che ha detto ma sa che non sempre si può dire quello che si pensa. In quanto a Mourinho ha la sicurezza e l'arroganza di chi sa di potersi permettere certi deragliamenti sui binari dell'educazione e del fair-play. Un'ultima notazione nei confronti di quei commentatori che hanno accusato di essersi comportati da pecoroni i cronisti che erano presenti alla conferenza stampa di Mourinho. È mia convinzione pensare che sarebbero rimasti in silenzio anche loro.