Rizzoli ferma una Roma Super
A testa alta. Contro l'Inter capolista e contro un Rizzoli formato «regalo». Un altro aiutino tiene a galla i nerazzurri e permette a Mourinho di non «sporcare» il suo record che lo vede imbattuto in casa dal 2002 (comunque un motivo ci sarà pure). Peccato, perché la Roma di Spalletti aveva fatto tutto quello che doveva portandosi avanti e provando a vincerla questa partita, comunque bellissima. Finisce 3-3 con gol e spettacolo: primo tempo tutto Roma, ripresa con Inter in crescita ma con i giallorossi mai domi e in grado di reagire alla ripresa nerazzurra. Spalletti stavolta non rischia: dentro la Roma migliore con il figliol prodigo Panucci al centro a far coppia con Mexes e Pizarro dietro alle punte. Roma con il 4-2-3-1 con Brighi trequartista: ovvio l'esperimento in chiave Champions dove avrà De Rossi squalifilcato. A Julio Cesar basta un solo giro del cronometro per capire che sarà una serata di lavoro: vola a togliere dall'incrocio dei pali la punizione calciata da Baptista. In campo c'è solo la Roma e i primi quindici minuti sono a senso unico. I giallorossi vanno a un'altra velocità e il nuovo modulo di Spalletti, con Brighi sulla trequarti sembra funzionare. Funziona soprattutto il giovane Motta sulla destra che si ritrova di fronte l'altro enfant prodige, quel Santon che Mourinho non aveva faticato a definire il nuovo Facchetti. Il romanista vince a paletti la sfida dei giovani talenti pennellando sulla testa di De Rossi il gol che spalanca la strada alla Roma. È il 23' quando Motta scende sulla destra, dribbla Santon, torna sul sinistro e mette dentro una palla avvelenata sulla quale De Rossi fa un gol da bomber vero: girata di testa all'angolino. Roma in vantaggio con i duemila romanisti che lì dietro fanno l'inferno. L'Inter accusa il colpo, ma fatica a organizzare una reazione degna di tale nome. Senza Ibra e con Maicon scarburato, Mourinho si affida ai colpi da fuori di Zanetti e alle palle messe dentro da uno svogliato Balotelli: regolarmente fischiato dal Meazza. Così, è ancora la Roma a far vedere le cose migliori: prima Baptista, poi Brighi potrebbero chiudere i conti. Ma bisognerà aspettare altri sei minuti per il gol del raddoppio firmato Riise. Il norvegese riceve palla da Panucci e fa tutto da solo: punta Maicon, poi la porta, Julio Cesar sbaglia l'uscita e la palla finisce in rete. Due a zero e il primo gol in giallorosso del terzino nordico (quindicesimo marcatore della Roma quest'anno) trasforma San Siro in una tomba. Nella ripresa Mourinho cambia: dentro Vieira e Figo, fuori Burdisso e Maxwell. Ma tiene in campo Balotelli che dopo 5 minuti rianima lo stadio milanese con un «piattone» che inchioda Doni: 2-1. Ma la Roma non molla e non commette l'errore di chiudersi lì dietro: resta allerta, aspetta e colpisce in contropiede. Praticamente perfetto il velo di Baptista all'11' che manda a vuoto Cambiasso e lancia a rete Brighi: fa 3-1. Poi, inevitabile quando si parla di Inter, arriva puntuale l'aiutino: o meglio aiutone. Rizzoli regala un rigore ai padroni di casa per un fallo inesistente di De Rossi su Balotelli (suo il premio idiota della serata per il gesto che farà poco dopo ai tifosi romanisti). Dal dischetto Balotelli accorcia le distanze: 3-2 e dalla zona romanista sale un «voi siete come la Juve...». Giusto. L'Inter cresce, la Roma inizia ad accusare la fatica e arrivano gli ultimi cambi. Dentro Menez per Vucinic, poi Mourinho fa una mossa fin troppo scontata: entra Crespo l'ammazza-Roma. L'ex laziale trasforma il primo pallone che tocca al 33' e riporta in pari la gara: gran gol, come sempre. Finisce con i giallorossi in avanti che non ci stanno a dividere la posta. Ma alla fine va bene così e il segnale è chiaro più che mai: la Roma è tornata.