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A Napoli usano dire: ogni scarraffone è bella a mamma suia. ...

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Il derby del mondo, venti giorni fa a Londra, ci ha umiliati: sconfitta dal Brasile senza appello. Il confronto col calcio inglese in Champions è stato impietoso: due sconfitte ed un pareggio casalingo che complicano il possibile passaggio ai quarti. Il rischio di un filotto negativo è alto. Ancora una volta, l'ennesima, si va a giocare contro le squadre inglesi e non si fa gol. La terza coincidenza (che fa un indizio), arriva da Carlos Dunga, cittì della selecao brasiliana: di fronte alla possibilità di inserire Amauri ha detto serenamente: «Lo seguo, ma davanti ha tanti campioni». Aggiungendo su Taddei che invece gradirebbe una chiamata da Lippi: «Fa così perché davanti a tanti campioni». Certo, Dunga non è il Vangelo, ma il suo ragionamento deve far riflettere. Il nostro calcio, sempre convinto di essere una spanna sopra agli altri - soprattutto dopo Berlino - deve cominciare a capire, soprattutto a livello di club, che la storia cambia in fretta. Del resto, se la squadra che da noi domina il campionato, ha solo un italiano in campo, il giovane Santon, forse nulla è davvero casuale.

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