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Roma, non è finita qui

John Arne Riise

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La gara d'andata degli ottavi di finale di Champions finisce 1-0 per i padroni di casa che giocano un gran calcio, ma passano solo grazie a un calcio di rigore. La squadra di Spalletti appare invece contratta, quasi impaurita o forse più semplicemente meno brillante di un Arsenal che va a duecento all'ora con questa comitiva di ragazzini dai piedi buoni che si passano la palla col sorriso tra i denti. Gioco, spettacolo, ma tutto o quasi da una parte con la Roma che prova a colpire in contropiede e alla fine porta via una sconfitta che lascia ancora aperto il discorso qualificazione. Evidente però che il prossimo 11 marzo all'Olimpico servirà un'altra Roma per continuare il sogno europeo. Coma da pronostico l'Arsenal parte a «cannone». Primi quindici minuti al cardiopalmo con la Roma chiusa in difesa che fatica a trovare spazio e tempo anche solo per respirare. A sinistra Nasri fa quel che vuole contro un Riise più volte in terra, ma il giovane talento francese va a far danni anche dall'altra parte del campo giocando sempre o quasi tra le fila: imprendibile per la retroguardia giallorossa. Gli assalti arrivano da tutte le parti: ci prova prima Bendtner (al 6'), poi lo stesso Nasri (9'), quindi è la volta di Van Persie (14'). La retroguardia giallorossa tiene come può, Mexes rimedia anche un giallo per fermare la corsa solitaria di Eboué a rete e bisognerà aspettare 17 minuti perchè Totti & Co. riescano a mettere per la prima volta la palla dalle parti di Almunia: bello il diagonale di Motta (grande prova e migliore dei giallorossi) che sfiora l'incrocio. Sembra il segnale del risveglio confortato dal gol clamoroso sbagliato un minuto dopo da Loria: gran palla di Totti su punizione col difensore che non si coordina. Ma è un'illusione, perchè è ancora l'Arsenal che cresce, giocando un bel calcio fatto di palla a terra e scambi di prima intenzione che culminano al 37' col vantaggio dei gunners. Mexes ferma Van Persie lanciato a rete in maniera irregolare, secondo il danese Larsen è rigore (giusto anche se l'attaccante accentua la caduta). Dal dischetto l'olandese punisce Doni e fa esplodere l'Emirates: Arsenal 1, Roma 0. I giallorossi non reagiscono e anzi potrebbero prendere il secondo un minuto dopo se Motta non ci mettesse una pezza. Il fischio di Larsena arriva come manna dal cielo. Spalletti prova a far tornare in terra la sua Roma sopraffatta dal gioco e dall'agonismo messo in campo dall'Arsenal, ma la ripresa non cambia la musica. Dopo un primo affondo di marca giallorossa, sono ancora i padroni di casa a fare partita: Bendtner (8') sbaglia il gol che avrebbe potuto chiudere la gara e Doni fa un capolavoro sulla botta di Dialby (10') che lascerà il campo poco dopo per Song. Spalletti cambia, fuori Brighi dentro Pizarro: così va un po' meglio. La Roma prova a rialzarsi ma i padroni di casa ne hanno tanta di più: arrivano sempre primi sul pallone e lì davanti l'attacco giallorosso è poco lucido. Per non parlare di Loria che lì dietro soffre di narcolessia: imbarazzante il «liscio» in copertura sul quale Eboué grazia poi la Roma: Spalletti decreta il suo addio al calcio al 26' mettendo dentro Diamoutene e ammettendo di fatto l'errore. E probabilmente proprio lo spavento sul caso-Loria da una scossa ai giallorossi finiscono in avanti la partita con Spalletti che mette dentro anche Vucinic per un Baptista che riceve gli applausi solo dei suoi ex tifosi londinesi. Finisce così, ma l'11 marzo servirà un'altra Roma per andare avanti nell'Europa che conta. La strada è in salita anche perché non ci sarà lo squalificato De Rossi, ma si può fare.

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