«Lazio, voglio i punti»

Scontato pensare che il tecnico voglia tenere sulla corda la propria truppa, più plausibile immaginare che la testa di tutti - allenatore compreso - sia altrove. E i calcoli di Rossi ne sono dimostrazione: «Mancano quindici partite alla fine, (in realtà 14) ci sono 45 punti a disposizione (sono 42 n.d.r.) sarebbe riduttivo pensare di poter salvare la stagione con la Coppa Italia e con il derby di ritorno. Siamo dei professionisti e questo è il nostro lavoro: ogni giorno per noi dev'essere la partita della vita». La filosofia è impeccabile, ma non sempre la squadra è in grado di applicare la teoria mettendola in pratica. Un punto nelle ultime cinque partite di campionato, la realtà è ben diversa, i numeri bocciano la tesi del tecnico. «Abbiamo iniziato un nuovo ciclo - replica l'allenatore - la Lazio non è una grande squadra può diventarlo: abbiamo grandi potenzialità che riusciamo ad esprimere solo a tratti. Comunque i risultati sono in linea con i nostri programmi. In questo momento siamo in difetto, meno si parla e meglio è: è necessario fare fatti, e soprattutto punti». Messaggio chiaro per una squadra che a Lecce ritroverà Ledesma dopo l'infortunio e Zarate che torna dopo la squalifica. In difesa ancora spazio a Siviglia e Cribari, con Lichtsteiner e Kolarov sulle fasce. Davanti tridente leggero con Rocchi destinato alla panchina. «Non c'è spiegazione logica tra il rendimento della squadra nel girone di andata e quello ottenuto nel ritorno, ma abbiamo perso brillantezza con l'arrivo dei campi pesanti. Non credo che la squadra sia stata sopravvalutata: in avvio abbiamo avuto episodi favorevoli, oggi il vento è cambiato. Non penso che senza la qualificazione in Uefa sarebbe una stagione fallimentare: è un discorso di programmazione, anche se non sono Alice nel paese delle Meraviglie, so che il calcio è fatto di risultati. La partita col Lecce dev'essere la partita della vita, non dobbiamo aggrapparci alla Coppa Italia, altrimenti rischieremmo di perdere capre e cavoli».