Un contratto per cancellare i malesseri
E adesso nella lista di successione il secondo diventa Alberto Aquilani, giovane dalla personalità non ancora del tutto delineata, ma sorretto da valori tecnici indiscutibili. Chiamato, dopo una firma che vale quasi un legame a vita, dal punto di vista agonistico, a riconquistare l'affetto di una tifoseria singolarmente spaccata. Gli scettici portati, anche dal possibilismo della critica, a sottolineare gli aspetti più discutibili del suo carattere. Prima su tutti, la difficoltà ad adeguarsi, in nome del comune intento, a compiti tattici non prediletti. A voler essere realisti, il talentuoso prodotto del vivaio su un solo ruolo non discuterebbe mai, dedicandogli anzi la più convinta delle attenzioni, ma quel ruolo ha in Daniele De Rossi un presidio di statura mondiale. Dunque è il momento di onorare la firma con il pieno adeguamento alle idee e ai dettami di Luciano Spalletti, di dare una dimensione meno importante alla convinzione in se stesso che l'ha portato talvolta ad atteggiamenti svogliati, e anche al recente rifiuto della stretta di mano al tecnico: in questo caso assai meno rigoroso di quanto fosse stato nei confronti di Panucci. C'è da sperare che sia finito il tempo dei malesseri che hanno turbato quest'anno, come mai nella gestione Spalletti, lo spogliatoio di Trigoria, prima ancora dello strappo tra il tecnico e un difensore che in carriera aveva vinto tutto c'era stata anche l'insubordinazione di Cicinho, che sicuramente non vanta un retroterra al livello di quello di Panucci. Mentre lo scorcio di stagione presenta lo spettro di un calendario terrificante, le trasferte a San Siro, ma prima ancora quella di Londra, si dovrà trovare una spiegazione a quei passaggi a vuoto mai così assidui in questi quattro anni. Non soltanto le catastrofi di Catania e di Bergamo, ma anche le prove modeste, anche se felicemente risolte, contro il Cagliari e poi nella Torino granata, neanche nella vittoria sul Palermo la folla ha potuto esaltarsi. Un bel lavoro, anche psicologico, attende Luciano Spalletti: partendo, è l'auspicio, da più solide basi.