Douglas lancia la rincorsa a Siena
Basket«Roma cercava un realizzatore e a me è sempre piaciuto fare canestro»
Uno si chiama Al, all'altro devo ancora dare un nome. Li accudiscono i miei genitori, anzi direi solo mio padre perché mamma ne è terrorizzata». Quali sono i motivi per cui ha scelto la Lottomatica? «I soldi», dice ridendo. «Al di là delle battute sono qui dopo aver chiuso la mia avventura a Valencia. Lì erano cambiate un po' di cose, a livello societario e di staff. E abbiamo deciso, di comune accordo di separarci. Roma cercava un buon attaccante e a me piace fare canestro. Ma sono pronto a dare a questa squadra anche un grande contributo in termini di energia, difesa e rimbalzi». Dove può arrivare Roma? «La squadra ora è seconda in campionato. Dobbiamo provare a migliorare e avvicinarci a Siena». Intanto ora c'è la Coppa Italia. Si giocherà a Bologna. È emozionato? «Un mio tiro sulla sirena regalò, nel 2005, lo scudetto all'istant replay alla Fortitudo. Noi affronteremo La Fortezza, l'altra formazione della città. Il pubblico di casa mi fischierà, ma io sono pronto. D'altronde sono stato una bandiera dei loro più grandi avversari». Nella Capitale vive ancora Repesa, il coach del suo scudetto italiano. Lo incontrerà? «Certo. Jasmin ha segnato la mia carriera in Europa. Mi ha insegnato tanto come giocatore e come uomo. Appena ne avrò l'opportunità ci vedremo». Cosa risponde a chi dice che è un giocatore un po' indisciplinato? «Non penso che avere un carattere estroverso sia un problema. A me piace scherzare e trasmettere le emozioni a chi mi sta intorno». Però si dice che a Valencia le sia stata fatale una risata con Gianluca Basile durante la sfida con il Barcellona. «Con Baso siamo grandi amici dai tempi di quella stagione favolosa a Bologna. È vero, abbiamo sorriso, ma lo rifarei ancora». Si è fatto un'idea su che gruppo sia la Lottomatica? «Ottimo. Tutti mi aiutano per inserirmi velocemente. Conoscevo Giachetti e Tonolli per averli affrontati come avversari. E di nome gente come De La Fuente, Hutson e Becirovic. Poi c'è Jennings. È giovanissimo e ha scelto l'Europa invece del college. Ha talento e potrà essere protagonista in futuro in Nba».